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Gli ambientalisti dell'osservatorio dicono la loro sulla variante normativa al Ptcp della provincia di Monza Brianza

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday

La Provincia di MB a guida Ponti, ha deciso di far partire l'iter per una VARIANTE NORMATIVA al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP).

Per ricordare, il PTCP è lo strumento URBANISTICO sovracomunale di cui la Provincia si è dotata nel 2013 per dare indicazioni di PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ai Comuni.
Nel piano sono previsti gradi di tutela diversificata per le aree verdi, definiti con apposita normativa.
E' un piano provinciale che i gruppi ambientalisti brianzoli riuniti nel coordinamento OSSERVATORIO PTCP DI MB hanno seguito sin dalla sua stesura con analisi, proposte, osservazioni e formulazione di emendamenti alcuni accolti, altri respinti nel dibattimento finale in aula.
Il risultato ultimo è stato un PTCP approvato dall'allora giunta di Allevi, con luci ed ombre e con alcune parti non sufficienti a fermare il consumo di suolo.
Quanto basta però per far piovere molti ricorsi al TAR (102), al Presidente della Repubblica (17) e al Consiglio di Stato per sentenze di secondo grado (6).
Tutti ricorsi per cercare di intaccare e smontare le norme più tutelanti o per rivendicare "autonomie amministrative" che spesso significano libertà d'edificare.
Per cercare di capire quali saranno le volontà politiche e i contenuti tecnici di questa Variante Normativa, il coordinamento s'è incontrato ad ottobre con la Provincia e dopo una fase valutativa, ha ritenuto opportuno evidenziare le sue preoccupazioni e puntualizzazioni con un comunicato distribuito alla stampa.

30-11-015

VARIANTE NORMATIVA AL PTCP PROVINCIALE:

ALCUNE VALUTAZIONI DEL COORDINAMENTO AMBIENTALISTA “OSSERVATORIO PTCP DI MB”

La volontà espressa dalla Provincia di Monza e Brianza di una Variante normativa al PTCP per semplificare, correggere e rendere dinamiche alcune sue parti ci obbliga ad alcune valutazioni.

Abbiamo infatti l’impressione che, come prevedibile, alcuni portatori d’interesse, con le loro richieste possano e stiano esercitando pressioni affinché il PTCP venga rivisto in alcune parti normative rendendo i gradi di tutela più elastici e rispondenti alle esigenze da essi rappresentate.

Ci preoccupano  molto i concetti  di “dinamicità” e di “semplificazione” più volte richiamati come obiettivi da perseguire perché se non accompagnati da CHIARE norme di TUTELA, questi concetti, genericamente applicati, rischiano di indebolire e svuotare il PTCP, che ha già parti non propriamente robuste.

L’ascolto delle “esigenze produttive” laddove ci si richiama alla concessione della facoltà di ampliamenti o al soddisfacimento di richieste di ricollocazioni industriali su aree anche Agricole Strategiche (AAS) o di Rete Verde (RV) è uno degli elementi che meritano un approfondimento dettagliato per le implicazioni sia occupazionali sia di consumo di suolo.

Sul punto, registriamo la volontà della Provincia di definire delle condizioni minime per gli ampliamenti produttivi anche su aree tutelate, se queste sono contigue all’azienda, con una compensazione con acquisto e cessione di altra area da vincolare.

Situazione simile laddove alcune amministrazioni hanno chiesto la possibilità di dare il via libera a Ambiti di Trasformazione le cui aree ricadono in ambiti di tutela “stretta” del PTCP.

In questo “scambio” è stato richiamato un generico concetto di “equivalenza di qualità” delle aree e un concetto di “bilancio di consumo di suolo negativo o invariato”.

Un approccio RISCHIOSO soprattutto perché, prima di avventurarsi su questa strada, andrebbero puntualmente ed in modo chiaro, non interpretabile, serio ed esaustivo definiti quali siano i parametri atti a garantire l’”equivalenza qualitativa” così come andrebbe fatta un'analisi di quali siano le effettive aree di previsione di trasformazione sulle quali le amministrazioni non possono o non vogliono recedere.

Anche alle Aree Dismesse andrebbe dedicata una qualsivoglia norma per definire la possibilità di un utilizzo PRIORITARIO atto a  mantenerne la qualifica produttiva e a consentire nuovi insediamenti della stessa natura onde evitare richieste di allocazioni su altre porzioni di territorio libere con conseguente consumo di suolo.

Positiva invece il proposito della Provincia di una progettazione e riqualificazione degli spazi aperti, soprattutto se si riesce ad accompagnarla con il mantenimento delle vocazioni lì precedentemente in essere.

Ambiguo e potenzialmente rischioso il passaggio introdotto dalla Provincia di una  “semplificazione” normativa sugli Ambiti di Interesse provinciale (AIP) definendo una soglia di superficie dell’AIP sotto la quale non si fanno più intese Comune/Provincia.

Anche qui, può non essere sufficiente definire nella normativa “indirizzi” come contenuti minimi dei PGT.

La difficoltà di quantificare e dettagliare le compensazioni (parti del PTCP altresì già cassate dalle sentenze TAR)lascia spazio alle sole “sensibilità” degli amministratori, spesso poco in sintonia con le istanze di fermare il consumo di suolo.

Bisogna invece prendere in considerazione che gli Ambiti di Interesse Provinciale (AIP) sono in parte oggetto di attenzioni perché aree ove ancora si possono pianificare previsioni edificatorie ma che sono anche (con le AAS) CORRIDOI VERDI di COLLEGAMENTO e aree di espansione o fasce di salvaguardia per i PARCHI.

Andrebbe quindi previsto nella Variante un grado di tutela più certo per tutte le zone verdi o libere da edificazione nelle immediate adiacenze dei Parchi, anche al fine di contrastare l’appetito immobiliare che vede il Parco non come bene assoluto da tutelare e ampliare ma solo come parametro utile a far crescere il valore immobiliare.

Questa Variante si sta evidenziando come una scelta delicata poiché potrebbe “aprire” il livello di tutela finora previsto sugli AAS.

Inoltre gli AIP (Ambiti di Interesse provinciale) si stanno sempre più dimostrando come “l’anello critico” che rischia di essere ulteriormente indebolito dall’automatismo di sottrazione all’accordo con la Provincia qualora qualcuno ne chieda l’utilizzo per soddisfare la realizzazione di ambiti di trasformazione.

Seguiremo con attenzione l’intero iter della Variante normativa al PTCP e alla Provincia chiediamo sin d’ora un confronto continuo e un’attenta e accorta valutazione che tenga conto di queste nostre preoccupazioni.

Coordinamento ambientalista OSSERVATORIO PTCP di MB

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