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Orgoglio monzese

Lo scrittore monzese Angelelli fra le proposte dello storico Premio Strega

Nella sua formazione l'innegabile contributo della madre, storica insegnante alla scuola Bellani

"Quando ho ricevuto la notizia della candidatura, da parte del mio editore, al Premio Strega Poesia non ho potuto che mandare un pensiero affettuoso alle due persone alle quali ho dedicato: 'Attraverso i miei occhi', vale a dire i miei genitori, che non sono più con noi. È una grande soddisfazione personale sapere che il mio lavoro è stato ritenuto degno di tale candidatura e cercherò di onorarla con il mio massimo impegno a diffondere e far conoscere il più possibile le mie poesie sperando, nel frattempo, di andare avanti nelle selezioni di questo prestigioso Premio".

Con queste parole lo scrittore monzese Alessandro Angelelli ha commentato con entusiasmo la scelta dei giurati di selezionare la sua opera letteraria, la silloge poetica intitolata "Attraverso i miei occhi", nella rosa delle proposte all'edizione 2024 del "Premio Strega Poesia". Un traguardo importante quello tagliato da Angelelli, penna rara ed elegantissima, che ne conferma ancora una volta il grande talento. E porta in alto e con orgoglio il nome della città.

Lo scrittore monzese figlio della storica insegnante della scuola Bellani

Classe 1968, Alessandro Angelelli nasce a Terni, in Umbria, e dopo alcuni anni passati nella regione natale e nelle Marche, il padre Guglielmo si trasferisce con la famiglia a Monza, dove Alessandro risiede.

Laureato all’università Bocconi in Economia Aziendale, la passione per l’arte e la cultura sboccia agli inizi degli anni '90 quando  comincia a frequentare, quasi per gioco, il Teatro della Contraddizione (dove tutt'oggi milita come attore), storica compagnia milanese fondata da Marco Maria Linzi (regista), Sabrina Faroldi e Micaela Brignone (attrici). Innegabile, a forgiarne l'amore per la cultura e per quell'espressione poetica che "è capace di curare l'anima", la figura della madre, Anna Maria Bellini, conosciuta ai più come la professoressa Angelelli, storica insegnante di italiano e storia alla scuola media Bellani, vera e propria istituzione per tante generazioni di studenti monzesi. 

Stimolato da tanti anni passati sulla scena, comincia a scrivere dapprima pièce teatrali e poi racconti e poesie che diventano il nuovo canale di veicolazione delle sue energie creative. Nel 2022 esce la sua prima silloge dal titolo "Metallo Pesante" (L’Erudita) che riscuote un ottimo successo di pubblico. Dopo quella prima esperienza, grazie alla collaborazione con Edit Real di Michela Tanfoglio, Angelelli comincia a lavorare ad un nuovo libro di poesie dal titolo "Attraverso i miei occhi" che viene pubblicato, nel febbraio 2024 da La Corte Editore.

"Attraverso i miei occhi", l'introduzione dell'autore

"'Attraverso i miei occhi' è una silloge di poesie ma vuol essere anche una piccola guida per cercare e raggiungere il proprio Heimat - spiega lo scrittore monzese -  Nei paesi di lingua germanica Heimat è un termine molto diffuso nella cultura popolare. Il termine in sé, difficilmente traducibile in altre lingue, rappresenta il legame tra l’individuo e un luogo fisico. Frequentando da anni la Germania sono sempre rimasto colpito dai continui riferimenti, fatti da persone di diverse estrazioni, che riprendono questo termine che quasi diventa un approccio di vita che mescola malinconia e amore per le proprie radici. Dal mio punto di vista Heimat  non è necessariamente un luogo fisico, quanto più un luogo-non-luogo composto dai frammenti di vita che ognuno di noi ha disseminato lungo l’arco della propria esistenza. Un prezioso puzzle definito da istanti che fermiamo nei nostri ricordi: oggetti, luoghi, il più delle volte persone, alcune indimenticabili, altre che hanno fatto apparizioni fugaci nel nostro universo, lasciando comunque un segno importante. Tutte queste tessere vanno a comporre il nostro Heimat. Nelle mie poesie cerco di raccontare il mio viaggio alla ricerca di quei frammenti, quelle 'polaroid', come spesso le definisco. Scrivo da diverso tempo, ma ho deciso di intraprendere questo viaggio interiore di recente. Negli ultimi anni, infatti, ho incontrato nuove e importanti persone, perso per strada qualche amico prezioso e vissuto il doloroso addio di mia madre. Forse e soprattutto per quest’ultimo avvenimento che ho deciso che era il momento di ricordare e ricomporre il puzzle. Era stanca mia madre, ha lasciato la vita con dispiacere ma, probabilmente, anche con un poco di sollievo e le sono molto grato per tutto quello che mi ha dato e anche per quello che non è stata in grado di fare per me. Ha raggiunto mio padre, che ci ha lasciato più di dieci anni fa. Per lui scrissi la mia prima poesia, ispiratami dalle sue ultime parole, piene di una potenza e voglia di vita incredibile: 'Finché posso ci provo, figlio mio, finché posso ci provo'. Posso dire che conobbi veramente mio padre dopo quelle ultime e dolorose parole che mi sussurrò in un ultimo afflato poco prima di lasciarci. Entrambi i miei genitori mi hanno aiutato ad essere l’uomo e lo scrittore che sono e questa silloge non poteva che essere dedicata a loro. Ci tengo però a dirvi che quello che potrete cogliere dalle poesie che vi apprestate a leggere non sono solo visioni, immagini del dolore di cui vi ho parlato prima, né tantomeno troverete un’opera meramente autobiografica; l’obiettivo che mi sono prefisso con “Attraverso i miei occhi” è quello di dare degli spunti per far sì che il lettore possa iniziare, a sua volta, questo percorso catartico grazie al quale ricostruire il proprio luogo- non-luogo. Non vi chiederò molto tempo, solo un po’ di respiro interiore e la voglia di rallentare e mettersi in gioco: cercate di percorrete le immagini che propongo, assaporatele e poi, se vorrete, provate a elaborare le vostre 'polaroid', fatelo 'attraverso i vostri occhi', cercando di scavare negli album di famiglia dei vostri ricordi e recuperando quegli istanti, evitando che vadano perduti per sempre. Questo è il viaggio che propongo, quello che vi condurrà al vostro Heimat".

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La prefazione dii Michela Tanfoglio

"Nell’epoca in cui viviamo, la poesia viene spesso vista come un lusso, una nicchia per pochi eletti capaci di apprezzare la sua sublime bellezza. Questo volume di Alessandro Angelelli, però, ci ricorda che la poesia è molto di più: è una sintesi potente di stile, emozioni e immagini che vanno ben oltre la semplice ricerca del sé o l’intenzione di lanciare sottili messaggi attraverso i social network, come ogni giorno accade. Da lettrice, mi annoia sentire concetti triti e ritriti dove la poesia dovrebbe possedere una forza curativa, anche se, in effetti, possiede questo potere. La poesia è un’arte che si rivolge a chi è disposto a immergersi nelle sue acque profonde, a chi cerca la bellezza assoluta nelle parole e nelle immagini che esse evocano. È per coloro che sanno apprezzare il peso di un verso di Montale, che 'scese dandole il braccio un milione di scale', o le riflessioni di Pavese, così intrise dello sguardo dell’essere amato: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. È per chi sente nel profondo l’appello di Ada Negri, Ama l’opera tua, soffri per essa... Le espressioni poetiche, che hanno attraversato secoli e millenni, ci sostengono nei momenti di difficoltà, offrendo ci un conforto che va oltre il semplice sollievo: ci donano bellezza, ma non esiste meraviglia senza che dietro vi sia un grande sforzo. Il messaggio che Angelelli desidera trasmettere attraverso questa silloge è che, sì, la poesia può essere terapeutica, ma non solo. Essa invita a spogliarsi delle remore e ad abbracciare pienamente la vita, con tutte le sue sfumature. La poesia invita a un’intimità profonda, che non richiede di esporci al mondo intero, ma piuttosto di rimanere ancorati al nostro intimo essere, magari iniziando dai versi di una silloge come 'Attraverso i miei occhi', permettendo alle immagini evocate di diventare parte di noi. Questo è l’inizio di un viaggio verso il nostro Heimat, quel luogo dell’anima dove ogni immagine importante prende forma e significato. Vorrei che i lettori trovassero nelle poesie di Angelelli frammenti del proprio vissuto, momenti capaci di suscitare un sorriso anche nelle giornate più grigie. Che anche la malinconia possa trasformarsi in un sentimento di gratitudine per i ricordi riscoperti. Questo è il potere della poesia: connettere, guarire e rivelare la bellezza nascosta nei dettagli della vita. La poesia è, dunque, un’arte per pochi non perché sia elitaria, ma perché richiede un’apertura del cuore e della mente che non tutti sono disposti a offrire. È una celebrazione dell’esistenza in tutte le sue forme, un invito a fermarsi e ad ammirare la complessità del mondo attraverso gli occhi dell’anima. Le poesie di Alessandro Angelelli sono un dono prezioso in questo viaggio, ricordandoci che, al di là di ogni moda o tendenza, la poesia rimane una fonte inesauribile di bellezza e di verità".

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