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Il caso / Triante / Via Giovanni Berchet

La scuola monzese dove i bagni all'intervallo restano chiusi: il motivo della decisione

La scelta della dirigente scolastica che ha sollevato parecchi malumori

Per colpa di pochi (anzi pochissimi) maleducati gli studenti dell’Hensemberger di Monza per adesso durante l’intervallo non potranno andare in bagno. Così lo ha stabilito il regolamento dello storico istituto superiore monzese, nato 81 anni fa. Una scuola che conta circa 1.300 studenti e che con i suoi indirizzi (Liceo scientifico delle scienze applicate, Istituto tecnico del settore tecnologico con indirizzo in meccanica e meccatronica, elettronica, informatica) da sempre prepara ragazzi pronti ad affrontare il percorso universitario, ma anche ad entrare subito nel mondo del lavoro nel settore per il quale hanno studiato 5 anni. 

Ma con l’inizio del nuovo anno scolastico la dirigente Petronilla Iercitano si è vista costretta ad introdurre una novità nel regolamento scolastico: bagni chiusi durante la pausa. Come si legge espressamente nel regolamento della scuola sarà possibile "recarsi ai servizi durante la lezione (in presenza o sincrona) solo eccezionalmente e uno per volta se autorizzati dall’insegnante; durante gli intervalli i bagni saranno chiusi e vengono aperti dai collaboratori scolastici un quarto d’ora dopo il suono della campanella". Una decisione che, come la dirigente ha spiegato alla nostra redazione che l’ha contattata dopo aver ricevuto alcune lamentele in merito a questa novità, è pronta a rivedere qualora si ritornasse a quelle situazioni di rispetto delle regole che da parte di pochissimi (che si contano sulle dita di una mano) non sono state rispettate. “Con i bagni chiusi all’intervallo i ragazzi sono costretti ad uscire durante le lezioni, perdendosi alcuni momenti della spiegazione. Non è ammissibile chiudere i servizi igienici durante l’intervallo”, sono le lamentele più diffuse che sono giunte alla nostra redazione.

Ma la dirigente difende e spiega questa scelta. “Una scelta che, come ho anche ribadito ai rappresentanti del Consiglio di istituto che ho incontrato recentemente sono pronta a rivedere - spiega -. La decisione di chiudere i bagni si configura come una misura di sicurezza ma anche come misura restrittiva rispetto a comportamenti assolutamente deprecabili”. La dirigente si riferisce a episodi di vandalismo (porte nuove sfondate, divelte o riempite di scritte) i cui autori ad oggi non sono stati identificati. Da qui la decisione di chiudere i bagni quando l’afflusso potrebbe diventare incontrollato, proprio come succede durante l’intervallo quando la presenza in gruppo permetterebbe di agire indisturbati.

“Gli studenti sono stati messi alla prova per un periodo nella speranza che comprendano che il comportamento scorretto di pochissimi si ripercuote sull'intera comunità - precisa -. Anche il problema del fumo ci ha indotti a cercare una soluzione alternativa. Uno studente che va in bagno da solo e ha poco tempo, non è facilitato a fumare”. La dirigente sa che con la sua decisione ha creato malumori sia tra gli studenti sia tra i genitori, ma difende la sua scelta e ribadisce che, qualora il comportamento dovesse migliorare, allora è pronta a ritornare sui suoi passi. Anche in merito ai disagi segnalati da genitori e studenti la dirigente ha cercato di superare il problema organizzando le uscite in bagno degli studenti all’inizio e alla fine della lezione, così da non creare disagio agli insegnanti e non far perdere la spiegazione nella fase centrale. 

“Comprendiamo i disagi ma non possiamo permettere e rimanere inermi di fronte a gesti che poco hanno a che fare con un ambiente formativo ed educativo come la scuola - conclude -. Ovviamente è una decisione che sarò disposta a rivedere, come ho comunicato agli studenti in assemblea d'istituto. Nello stesso tempo non esiterò a tornare indietro qualora gli atti vandalici ricominciassero. Il ruolo di educatori ci impone di fornire uno strumento di riflessione anche scomodo”.

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