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La protesta

Manifestazione per la monzese Ilaria Salis, petardi e una bomba carta

Al corteo momenti di tensione ma nessun concreto incidente. Intanto la prossima udienza a Budapest è stata anticipata a fine marzo

Circa 300 persone hanno partecipato, nella giornata di sabato 17 febbraio, a Milano, al corteo in solidarietà a Ilaria Salis, la 39enne monzese in carcere a Budapest (in condizioni disumane) da più di un anno, accusata di avere partecipato a due aggressioni, a febbraio 2023, contro militanti neonazisti durante un raduno. Il corteo è partito verso le sette di pomeriggio dalle Colonne di San Lorenzo, snodandosi lungo le vie della città.

Come riportano i colleghi di MilanoToday, tra gli striscioni si leggeva "Attaccare i fascisti è giusto" e "Né prigione né estradizione, free all antifas da Milano a Budapest". A presidiare il corteo le forze dell'ordine in tenuta antisommossa. Quando la testa del corteo ha raggiunto via Conchetta, da un gruppo di manifestanti sono stati lanciati corpi contundenti e una bomba carta verso polizia e carabinieri, secondo quanto riferisce una nota della questura di Milano.

Nel corso del corteo si sono verificati imbrattamenti i cui responsabili, spiega la questura, verranno identificati a partire dalle immagini di videosorveglianza. Tra le scritte, "Ruba occupa resisti", "Assassini", "Fuoco al capitale", "41bis tortura". Sono satte colpite vetrine di banche e negozi, nonché pensiline delle fermate Atm.

Udienza anticipata

Intanto, la prossima udienza in Tribunale a Budapest è stata anticipata da maggio al 28 marzo. Lo ha riferito il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Tre giorni fa l'ambasciatore italiano in Ungheria ha incontrato Ilaria Salis. Sempre Tajani si è augurato che alla donna vengano concessi gli arresti domiciliari in Ungheria: "Poi chiederemo che li sconti in Italia". Per quanto riguarda i domiciliari in Ungheria, il padre di Ilaria Salis, intervenendo a Newzgen, ha spiegato che "non li avevamo mai presi in considerazione perché avrebbe significato, per me e mia moglie, prendere domicilio a Budapest con il rischio di andare a fare la spesa e incontrare i nazisti con le spranghe ad aspettarci sull'uscio di casa, e non ci sembrava una grande idea. Ma adesso due ministri hanno detto che questa è la scelta giusta: mi auguro che, attraverso i servizi segreti e le reti diplomatiche, possano garantire che la richiesta degli arresti domiciliari in Ungheria sia esente da qualsiasi rischio e pericolo".

Sempre il padre della monzese ha riferito che, venerdì, in carcere avrebbero iniziato a imbiancare la cella e a ristrutturare le docce: "È incredibile che sia avvenuto solo dopo il caos mediatico che si è scatenato". Infine, per quanto riguarda l'anticipazione della prossima udienza, Roberto Salis ha spiegato che c'è un risvolto negativo della medaglia: "Gli inquirenti hanno consegnato a Ilaria un hard disc di 10 terabyte di filmati, all'interno dei quali sarebbero da individuare i 2-3 minuti utili a scagionarla. Ma fino a pochi giorni fa non le hanno nemmeno permesso di collegare l'hard disc al pc, e ora le è concesso di consultare quel materiale solamente un paio d'ore, 2 o 3 volte alla settimana". Insomma, una corsa contro il tempo.

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