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Sport e ricerca

I ricercatori che corrono nel Parco guidati (dall'ospedale) dai piccoli pazienti

Un'iniziativa unica nel suo genere quella che si è svolta a Monza

Una gara di orienteering “a distanza”: i ricercatori di corsa nel Parco di Monza, a guidarli i piccoli pazienti ricoverati all’Irccs San Gerardo e in altri 15 ospedali in Italia e all’estero. Un’esperienza sportiva e umana davvero unica quella che si è svolta nella giornata di mercoledì 28 febbraio a Monza.  In concomitanza all’assemblea scientifica  in corso fino all’1 marzo nel nosocomio cittadino e che vede la partecipazione di oltre 50 ricercatori scientifici del progetto FORTEe* provenienti dall’Italia e dall’estero il Comitato Maria Letizia Verga (in collaborazione con l’associazione sportiva PuntoNord e la società Livelox) ha organizzato un evento di orienteering inclusivo.

Una gara a distanza 

 “Una gara di orienteering all’interno del Parco di Monza - spiegano gli organizzatori - ma con una formula ideata per avere come protagonisti assoluti i bambini e gli adolescenti in ospedale, rendendoli partecipanti attivi della competizione. I bambini ricoverati nelle 16 istituzioni del progetto FORTEe rappresentano infatti ‘la mente’ della gara: una mappa interattiva permette loro di guidare sul campo le proprie “gambe” ovvero la propria squadra, nella ricerca delle lanterne predisposte lungo il percorso. Attraverso l’app Livelox, come in una mappa del malandrino di Harry Potter, i ragazzi potranno vedere in tempo reale le proprie “gambe” muoversi nel Parco di Monza: a rendersi disponibili come “gambe”, oltre ai ricercatori del progetto FORTEe, anche volontari e sportivi di PuntoNord”.

Il progetto scientifico 

Poi, terminata la gara, di nuovo in aula per confrontarsi su progetto FORTEe*, un progetto multicentrico internazionale di ricerca scientifica al quale partecipano, oltre  Centro Maria Letizia Verga – Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma, altri 15 centri anche dalla Spagna, Germania, Inghilterra, Francia, Romania, Slovenia e Danimarca che, coordinati dall’Università Gutenberg di Mainz, fanno parte del consorzio di ricerca che sta valutando scientificamente l’impatto dello sport e dell'esercizio di precisione nel percorso terapeutico dei bambini e ragazzi affetti da patologie oncologiche.

La definizione dei protocolli di valutazione e dei programmi di allenamento sono stati il primo prodotto scientifico del progetto avviato nel 2021 nell’ambito del programma Horizon 2020. L’obiettivo è dimostrare con evidenze solide che l’esercizio fisico e lo sport sono una terapia sicura e potenzialmente efficace per contrastare la fatica, mantenere la forza, la capacità aerobica, la coordinazione e l’agilità nei bambini e negli adolescenti, oltre che per contrastare le problematiche legate alla malattia e alle terapie oncologiche.

gruppo progetto Fortee

Lo sport che aiuta la cura 

“Il Centro Verga, è leader, all’interno del progetto FORTEe, della linea di lavoro dedicata alla sperimentazione clinica, sotto la guida della professoressa Adriana Balduzzi, responsabile del centro trapianti midollo osseo – spiega il professor Andrea Biondi, direttore della Clinica pediatrica monzese e del Centro Maria Letizia Verga -. Un ruolo rilevante che rispecchia sia la nostra storia di eccellenza nella cura dei giovani con leucemia, linfoma e altre patologie non oncologiche del sangue sia l’esperienza pionieristica del progetto Sport Therapy, attivo a Monza già dal 2017, grazie al sostegno del Comitato Verga. Una sinergia che è riuscita nel tempo a dare continuità a un progetto scientifico e di grande supporto per la qualità di vita dei ragazzi”.

 “L’intero gruppo di medici dello sport, scienziati motori e professionisti dell’esercizio del Centro Verga che lavora quotidianamente con i nostri giovani pazienti ha preso parte a questo progetto con grandissima motivazione e serietà – commenta Francesca Lanfranconi,  medico dello sport e ricercatore in fisiologia umana del Centro Maria Letizia Verga, responsabile della attuazione sportiva della ricerca a Monza e del progetto Sport Therapy -. Siamo onorati di poter ospitare, anche in collaborazione con il collega oncologo Filippo Spreafico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, (l’altro centro italiano che fa parte del consorzio per la parte di sperimentazione sui tumori solidi) i colleghi europei che con pari impegno stanno valutando e allenando pazienti. I protocolli sono attualmente in uso in 10 centri oltre a Monza e Milano (Madrid, Lyon, Ljubiana, Essen, Mainz, Heildeberg, Oxford e Copenhagen) e ad oggi sono stati coinvolti più di 300 bambini e adolescenti che diventeranno 450 al termine della sperimentazione. I protocolli, una volta validati dalla comunità scientifica, saranno resi disponibili ai centri di tutto il mondo”.

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