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Ilaria Salis costretta a firmare un foglio con una dichiarazione in ungherese

Lo denuncia all'ambasciata di Budapest la maestra monzese detenuta in Ungheria

Costretta a firmare un foglio scritto in ungherese, incomprensibile. Lo denuncia Ilaria Salis, che dopo l'udienza di lunedì è stata interrogata dal personale del carcere dove è detenuta a Budapest in merito alle sue condizioni detentive e alla fine le è stato fatto firmare un verbale delle sue parole redatto in lingua ungherese: è quanto ha denunciato la stessa 39enne milanese in una lettera inviata all'ambasciatore italiano a Budapest Manuel Jacoangeli con la richiesta di condividerla con il suo legale Eugenio Losco.

La prima lettera di Ilaria Salis

Dopo che è tornata in carcere al termine della prima udienza del suo processo, Ilaria Salis è stata portata in una stanza dove due agenti del personale penitenziario le hanno fatto domande sulle condizioni detentive che lei ha confermato essere molto dure, come aveva denunciato nel memoriale scritto nei mesi scorsi. Alla fine di questo colloquio, le hanno portato un foglio scritto tutto in ungherese spiegandole che era il verbale delle sue dichiarazioni.

Salis ha chiesto informazioni sul perché le avevano fatto quelle domande e le è stato risposto che serviva a chiarire le notizie apparse sui giornali sulle difficili condizioni in cui era detenuta. Tornata in cella, ha scoperto che le stesse cose erano state richieste ad altre donne detenute con lei. Ha quindi scritto una lettera datata 30 gennaio che è stata inviata all'ambasciata italiana a Budapest, denunciando quanto accaduto e con preghiera di condividerla con il suo legale italiano, l'avvocato Eugenio Losco.

"È molto, ma molto preoccupata per quello che sta succedendo in carcere" ha detto all'agenzia Ansa Eugenio Losco. "Le è stato praticamente ordinato di firmarlo e mi inquieta che su quel foglio ci siano parole per screditare la mia assistita. Ho chiesto l'intervento dell'ambasciata per avere copia di queste dichiarazioni, ma mi chiedo che adempimento era, se era una forma di intimidazione o un tentativo di spaventarla", ha aggiunto.

Il papà di Salis pronto a querelare Salvini

Nel frattempo non si acquietano le acque attorno al polemico atteggiamento della Lega per la vicenda. Tanto che Roberto Salis, il padre di Ilaria ha intenzione di querelare il ministro Matteo Salvini per ciò che ha detto proprio sulla figlia: "È assurdo che questa Salis in Italia faccia la maestra. È normale che una maestra elementare vada in giro per l'Europa e adesso scopro anche in Italia a picchiare e sputare alla gente?", queste le parole del vice premier che non ha mancato in questi giorni di riferirsi a Ilaria Salis come un soggetto che, seppure meriti la corretta applicazione della giustizia, sarebbe poco raccomandabile nel ruolo di educatrice. Per poter querelare Salvini, però, Roberto Salis ha bisogno della procura da parte di Ilaria alla quale comunque spetta l'ultima parola sulla vicenda e sull'ipotesi di diffamazione. 

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