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Il video virale

"Sei gay, dunque la casa non te l'affittiamo": il caso è diventato mediatico

Succede a Milano, ritenuta una città apertissima. A Monza intanto il consiglio comunale ha approvato una petizione propria a favore e contro le discriminazioni della comunità lgbtquia+

"Preferiamo affittare a persone che hanno orientamenti sessuali più tradizionali". Che tradotto significa non si affitta ai gay. 

È diventato virale il caso dell’imprenditore Andrea Papazzoni, 34 anni, ex discografico e gestore di due b&b, che ha denunciato sui social l’episodio di discriminazione di cui è stato vittima insieme al suo compagno. Da anni residente a Milano, dopo  aver deciso di andare a vivere in una casa più grande e aver individuato un immobile in affitto si è infatti sentito rispondere dall'agenzia immobiliare che la proprietà non gli avrebbe concesso l'appartamento perché preferiva orientarsi su persone "più tradizionali". Ergo, su persone non omosessuali.

La video-denuncia

Poco più di un minuto di reel, la video-denuncia dell'imprenditore è arrivata a mezzo Instagram, con l'intento di denunciare l'episodio e porre all'attenzione comune il problema della discriminazione delle persone omosessuali. Tutto è cominciato quando Andrea e il compagno, peraltro già entrambi in possesso di una casa di proprietà, si sono messi alla ricerca di una casa più grande nella quale andare a vivere insieme. Un'impresa già di per sé ostica visto il far west delle locazioni esistente oggi nel capoluogo meneghino. Individuata la casa che gli piaceva, in zona Maciachini, Andrea è riuscito in una sola giornata a presentare tutti i documenti all'agenzia di locazione, a versare la caparra e la commissione per gli intermediari e a firmare la proposta. Anche a fronte di una posizione economica solidissima. Provata dalla denuncia dei redditi e confermata anche dalla visura sulle sue società fatta dall'agenzia. E dunque più che sufficiente a fornire garanzie per l'affitto dell'immobile in questione.

Il rifiuto

Tutto a posto dunque? Invero no. Perché a quella che sembrava cosa già fatta è seguita invece per Andrea, qualche giorno dopo, la classica e inattesa doccia fredda. Così come ha spiegato lui stesso nel video su Instagram: "L'agente mi ha richiamato e mi ha spiegato che alla proprietaria farebbe pure piacere affittarmi la casa, perché le garanzie ci sono tutte, ma che per via del mio orientamento sessuale preferisce non farlo. Perché preferirebbe persone più 'tradizionali'".

Una vera e propria ingiustizia che l'imprenditore ha mal digerito. E che attraverso il video è diventata virale dando voce a tantissime persone che, commentando l'accaduto, hanno raccontano di essere state discriminate proprio quando volevano affittare casa perché omosessuali. Una denuncia, quella di Andrea, cui è seguita com'era prevedibile la smentita dell'agenzia immobiliare. Che ha fatto sapere sapere come nel caso in questione la casa fosse stata negata perché la proprietaria avrebbe ritenuto che chi lavora nel mondo dell’arte e della musica non è in grado di offrire le garanzie necessarie. Lasciando intendere come l'espressione  "persone più tradizionali" fosse riferita alla condizione professionale di Andrea e non al suo orientamento sessuale. Una versione però poco credibile per l'imprenditore (vista la visura sui suoi beni posta in essere dalla stessa agenzia e che ha dato esito positivo) e che lo ha portato a parlare di vera e propria discriminazione.

Vera e propria discriminazione

Avvenuta in una delle città più gay - friendly del mondo, l'apertissima Milano. "Pensare di non affittare casa a Milano a un gay è già di per sé alquanto imbarazzante giacché qui vive la percentuale più alta di gay al mondo, e lo dicono i dati - ha concluso Andrea - E poi siamo nel 2024. Dunque credo sia giusto denunciare chi, ancora oggi, mette in atto discriminazioni di questo tipo".

A Monza approvata la mozione pro lgbt

E mentre a Milano si discute dell'epopea dell'imprenditore, a Monza la battaglia per i diritti civili ha invece segnato un altro traguardo. Nell'ultima seduta del consiglio comunale di lunedì 19 febbraio è stata infatti approvata la mozione presentata dalla lista civica Lab Monza a favore della comunità lgbtqia+. Tre le richieste contenute nella mozione: l’adesione alla rete Ready (la Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) da parte del comune, già avvenuta a dicembre 2023, la creazione di un tavolo tematico sui diritti della comunità lgbtquia+ e l’impegno da parte dell'amministrazione a farsi promotore verso enti sovracomunali di leggi a tutela della comunità arcobaleno.

Un'azione sostenuta anche da Boa (Brianza oltre l'arcobaleno) e che mira proprio a contrastare i fenomeni di discriminazione contro la comunità arcobaleno e a favorirne l'inclusione.

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