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Domenica, 28 Aprile 2024
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Il comune brianzolo che si è mangiato col cemento tutto il territorio

Il primato di comune più urbanizzato con il 100% di suolo occupato potrebbe essere assegnato a Lissone

Lissone è il comune più urbanizzato della Brianza: oltre 70% di suolo già occupato che potrebbe raggiungere il massimo se verrà realizzata anche Pedemontana. Ad annunciare il possibile primato che potrebbe raggiungere il comune brianzolo è Paolo Pileri, professore di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Pileri è anche componente del Comitato scientifico del rapporto Ispra sul consumo di suolo e mercoledì 15 novembre alle 21 nella sala polifunzionale della biblioteca di Lissone (in piazza IV Novembre) terrà un incontro pubblico proprio sul tema. Un incontro organizzato dal Comitato per la Difesa del territorio no Pedemontana e durante il quale presenterà il suo libro “L’intelligenza del suolo. Dati, idee e riflessioni per una pianificazione ecologica del territorio". 

Dove si mangia di più suolo con le costruzioni: la mappa

La redazione di MonzaToday lo ha intervistato per capire i rischi presenti e futuri di questa elevatissima urbanizzazione del territorio soprattutto alla vigilia della costruzione di Pedemontana, un progetto ampiamente criticato da numerose amministrazioni comunali (sia di destra, sia di sinistra), dai comitati, dalle associazioni e dai cittadini. 

La Brianza è una delle aree più cementificate d’Italia e d’Europa: che cosa significa?
"Un territorio con una così elevata urbanizzazione è un territorio dove il terreno perde la capacità di assorbimento dell’acqua. Lo stiamo vedendo proprio negli ultimi mesi: in primavera in Emilia Romagna, poche settimane fa in Toscana. A luglio e alla fine di ottobre anche sul territorio di Monza e della Brianza. Ci troviamo di fronte a terreni che non riescono a smaltire l’acqua, e con effetti naturalmente anche sulle coltivazioni e sulla biodiversità. Si crea un effetto domino dove le conseguenze le pagano anche i territori limitrofi. Una situazione, quella dell’elevatissima urbanizzazione che riguarda tutto il territorio della Pianura Padana. Lissone, con il suo oltre 70% di territorio urbanizzato; ma anche Milano, Brescia, Bergamo e le zone limitrofe". 

È possibile tornare indietro o comunque limitare i danni?
"Il primo passo da fare è non consumare più suolo, ma recuperare. Sul territorio nazionale e anche di Monza e Brianza ci sono tantissimi edifici non utilizzati che se mettessimo insieme potremmo non  utilizzare suolo da 5 a 16 anni. Si tratta di edifici già inseriti all’interno di tessuti urbani e quindi già dotati di tutti i servizi".

Quanti sono?
"Non lo sappiamo. L’ultimo censimento risale a 12 anni fa. È da allora che non vengono più effettuati aggiornati e nei piani urbanistici dei comuni si parla sempre di nuove urbanizzazioni". 

Che cosa succederà se non faremo un’inversione di rotta?
"A rischio c’è la collettività. Una società dove la rendita va in tasca a pochi ma i danni coinvolgono tutti. Se non si interverrà rapidamente e si continuerà a urbanizzare anche le vasche di laminazione per il contenimento del fiume Seveso risulteranno inutili".

E se verrà costruita Pedemontana?
"Lissone raggiungerà il primato di diventare il comune più urbanizzato d’Italia proprio per la realizzazione di un’autostrada che non porterà vantaggi. Un’autostrada pensata 20 anni fa e che oggi non ha più senso. Se verrà realizzata la Brianza si darà un’ulteriore mazzata sui piedi. Perderà una delle ultime grandi aree verdi (il Parco PANE, che attraversa il Vimercatese e verrà tagliato dalla Tratta D Breve, ndr) . Sarà un disastro. E per che cosa? Per costruire un’Autostrada le cui previsioni del traffico difficilmente verranno confermate. Lo abbiamo già sperimentato con Teem e Brebemi: autostrade sempre vuote dove lo Stato deve intervenire economicamente". 

Che cosa bisogna fare?
"Bisogna incrementare la rete del ferro, i trasporti pubblici e lo smart working. Lo deve fare chi è al potere, chi ha la responsabilità l’onore e l’onere di decidere, agenda climatica alla mano. Bisogna fermare il progetto e fare un censimento delle aree non utilizzate. Chi è al potere deve  fare una scelta: o realizzare Pedemontana cadendo verso il baratro, oppure optare per un incremento della mobilità pubblica e del ferro salvando in questo mondo la Brianza e il Milanese. Bisogna rendersi conto che è in atto un cambiamento climatico. Dobbiamo riflettere su un dato importante: il consumo di suolo in Lombardia è ulteriormente cresciuto nel 2022, portandosi a quota 908 ettari consumati in un solo anno (nel 2021 erano 883 ed erano già una enormità). Un dato che dimostra quanto non funzioni la legge 31/2014 di cui la Regione si vanta, a mio parere senza un perché, e in cui, peraltro, le strade e autostrade di interesse regionale non vengono contabilizzate come consumo seppur consumino".

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