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Domenica, 28 Aprile 2024
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I maxi manifesti in giro per la città per ricordare il comandante Redi

Intanto il 18 febbraio il centro sociale organizza una commemorazione

Sono apparsi nei giorni scorsi. Il volto di Gianni Citterio (nome di battaglia Redi)  e poi un lungo testo che riperocorre la sua storia,. Maxi manifesti attaccati sui muri della città, anche negli spazi comunali. 

Un manifesto realizzato presumibilmente del centro sociale Foa Boccaccio anche se di firme non ce ne sono. Se non Ilaria Libera e Free All Antifas. Un manifesto diffuso anche sulle pagine social del centro sociale per ripercorrere la storia del partigiano brianzolo che domenica 18 febbraio verrà ricordato. Citterio, nome di battaglia Redi, era nato a Monza il 13 giugno 1908 ed è morto nella battaglia di Megolo del 13 febbraio 1944.

“Gianni Citterio, una delle figure più importanti dell’antifascismo monzese, lascia la città e i compiti di organizzazione delle cellule partigiane per recarsi in montagna a combattere. SS e polizia fascista lo ricercavano da tempo: protrarre nel tessuto urbano la propria attività clandestina era diventato troppo pericoloso – si legge sul blog del centro sociale Foa Boccaccio -.  Si unisce quindi sul finire del gennaio 1944 alla celebre formazione guidata dal capitano Filippo Maria Beltrami, operante nell’Ossola, a ridosso del fiume Toce. Citterio, nome di battaglia “Redi”, assume da subito un ruolo di spicco all’interno del gruppo, diventando commissario politico. L’esperienza organizzativa, la militanza comunista, la grande intraprendenza contro il Regime, dimostrata ben prima dell’8 settembre 1943, ne facevano una figura di riferimento per tutti. L’intensità e la frequenza delle azioni del gruppo attirano le attenzioni dei nazisti, insofferenti di fronte al grosso appoggio che la popolazione dimostrava alle attività dei ribelli. All’alba del 13 febbraio 1944, oltre 150 uomini, tra nazisti e fascisti di zona, assaltano le postazioni di Beltrami, situate a ridosso dell’abitato di Megolo. Il capitano decide di resistere e non ritirarsi sui monti, accettando così lo scontro impari, per numeri ed equipaggiamento.  Seguono quattro ore di fuoco: è la battaglia di Megolo, una delle più sanguinose della storia della Resistenza. Al termine dello scontro rimangono uccisi 11 partigiani, tra questi Beltrami e Gianni Citterio".

“Domenica 18 febbraio 2024 ripercorreremo insieme i luoghi di queste vicende, rimarcando l’importanza di battersi oggi come ieri contro ogni forma di fascismo: in un’Europa attraversata da forti venti di nazionalismo e revisionismo storico, entrare in contatto con la nostra storia ci aiuta a interpretare il presente e agire su ciò che ci circonda. In questa ottica l’iniziativa si inserisce, a un anno esatto dall’arresto di Ilaria a Budapest, nelle settimane di mobilitazione diffusa indetta per chiedere la sua scarcerazione e per opporsi all’estradizione di Gabriele”, aggiungono i militanti del centro sociale.

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