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Gioielli artistici / Centro Storico / Piazza Carrobiolo

La maxi tela dell'Ottocento alta oltre 9 metri che per 40 giorni è esposta nella chiesa monzese

L'opera, come tradizione, è stata srotolata il giorno delle ceneri e rimarrà esposta per tutto il periodo della quaresima

Per qualcuno è un appuntamento fisso, per molti altri è una novità. Così che da ieri, mercoledì delle ceneri (che per il rito romano coincide con l'inizio della quaresima) nella centralissima chiesa del Carrobiolo di Monza è stato srotolato un vero e proprio capolavoro. Una grande tela, alta oltre 9 metri dipinta a tempera e che raffigura il calvario con Gesù crocefisso accanto ai due ladroni.

Un’opera monumentale che risale all’Ottocento e che venne commissionata dai padri barnabiti del Carrobiolo che affidarono l’incarico di realizzarla al noto disegnatore, pittore, scenografo e architetto Pietro Ferrabini di Rancio di Lecco (1787-1869). Al quale chiesero 

 di realizzare un’opera che davvero catalizzasse l’attenzione dei fedeli. Un’opera che facesse riflettere e pregare proprio durante il periodo della quaresima. Un intento colto appieno e che, ancora oggi, per 40 giorni catalizza l’attenzione e la riflessione di chi entra nella chiesa monzese.

“L’intento è chiaro – spiegano nel documento che ripercorre la storia dell’opera - aiutare i fedeli a fissare lo sguardo sul mistero della passione del Signore narrata nei quattro evangeli, alla rilettura dei testi, a pregare e fare penitenza al fine di convertire la propria vita all’amore del Redentore e alla diaconìa dei fratelli. Si tratta di una convincente catechesi visiva, per immagini, che invita alla lettura meditata della passione del Signore. Un unicum a Monza e in Brianza".

"Alla sinistra di chi guarda, presso la croce di Gesù c’è la Vergine Madre Maria addolorata che con l’apostolo Giovanni, di spalle, rivolge lo sguardo al figlio crocefisso. Con lei vi sono altre due donne, la sorella e Maria di Cléofa. Ai piedi della croce si vede Maria di Magdala in ginocchio e dietro di lei una persona che regge una canna con la spugna. A lato stanno due guardie romane a cavallo. Sullo sfondo si intravede la città di Gerusalemme. Nella parte inferiore, a sinistra, alcuni soldati stanno tirando a sorte la tunica di Gesù, che così non viene lacerata. Sono ben visibili i dadi. A destra vi sono alcuni notabili, scribi e farisei che discutono e provocano il crocifisso. La crocefissione è collocata su una base rocciosa elevata alla quale si accede con un percorso leggermente in salita", si legge ancora nel documento.

Un’opera monumentale realizzata a Monza, proprio come si evince da alcuni documenti custoditi nell’archivio del Carrobiolo,  scritti in latino da padre Girolamo Penati, cancelliere della comunità, e dove risulta che il 20 marzo 1865 “è giunto tra noi l’egregio e pio pittore Pietro Ferrabini da Lodi per dipingere la scena a devozione delle tre ore in cui Gesù Cristo in croce ha reso lo spirito”.

L’opera è ancora conservata in buone condizioni, anche se inizia un po’ a risentire del passare del tempo con punti in cui il colore appare un po’ sbiadito.  Naturalmente l’invito anche degli addetti che nella giornata di mercoledì 14 febbraio hanno srotolato l’opera è che la generosità dei monzesi si faccia sentire, con offerte per riportare all’antico splendore la grande tela che ha fatto pregare e riflettere migliaia di brianzoli in oltre un secolo e mezzo di storia.

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