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L'ospedale brianzolo che diventa (anche) un museo

Un progetto innovativo quello inaugurato questa mattina: cura, attenzione alla persona e alla bellezza attraverso l'esposizione di opere d'arte

A Monza c’è un “nuovo” museo, in uno spazio particolare: non ci sono orari d’apertura, né biglietti d’ingresso, né giorni di chiusura. In questo museo “speciale” l’arte è accessibile tutti i giorni a tutte le ore e i visitatori scoprono queste tele e installazioni di arte moderna per caso. Non perché decidono di andare ad ammirarle ma perché, in mezzo a quel bello, ci si sono trovate per caso. Questo succede all’Irccs San Gerardo di Monza: all’ospedale è stato avviato il progetto “Hospital’Art.Osped’Art” che in questi giorni vede l’allestimento di quasi un centinaio di opere realizzate da 11 artisti del territorio. Opere – alcune anche di grandi dimensioni – che si possono ammirare nella Palazzina d’accoglienza. Così che quei corridoi anonimi e che spesso si attraversano carichi di emozioni, paure, gioia ma anche sofferenza, prendono colore. Alleggerendo (anche se solo per pochi minuti) l’animo di chi li percorre. 

Arte in ospedale

Il progetto dell'arte in ospedale 

Questo l’obiettivo di Osg Art Galery, un progetto nato dall’architetto Felice Terrabuio e dall’artista Roberto Spadea. L’idea di portare il bello, l’arte e il colore nelle corsie di un ospedale nella certezza che l’arte comunque è terapia e accompagna ogni momento della nostra vita era nata già nel 2020 ma era stata frenata dalla pandemia. Un progetto che oggi è diventato realtà e che nella mattinata di venerdì 10 novembre è stato presentato alla stampa: 11 artisti del territorio che hanno portato il bello alle pareti dell’ospedale monzese (nella palazzina d’accoglienza al piano interrato, lungo i corridoi che conducono ai reparti, negli ingressi dei settori B e C e nelle sale d’attesa.)

Chi espone

Circa un centinaio i piccoli e grandi (naturalmente parliamo di dimensioni) capolavori esposti tutti ispirati all’arte moderna con l’utilizzo di tecniche e di materiali diversi. Così che mentre si aspetta di andare a trovare un paziente, mentre si attende l’esito di un esame o di un colloquio con il medico, o anche quando durante la degenza il paziente cerca una “boccata di normalità” nella sala d’attesa è circondato dal bello. Dalle opere di Sonia Scaccabarozzi, Mauro Calvi, Felice Terrabuio, Giordano Redaelli, Andrea Arrigoni, Carlo Cecaro, Roberto Spadea, Jorgellina Alessandrelli, Elisa Mapelli, Marina Giannobi, Valeria Angelini. 

L'arte e il bello in corsia

Curare l'anima e il corpo

"La prima opera è stata esposta l’11 novembre di un anno fa - ha spiegato  Claudio Cogliati, presidente dell'Irccs San Gerardo dei Tintori - e ha accompagnato tutte le persone che sono entrate al San Gerardo. L’arte è una delle forme di libertà massima tipica dell’essere umano. Arte che non è fine a se stessa, ma è sempre qualcosa per contaminare l’anima degli altri". Ricordando l'importanza della presa in carico della persona, non solo per i problemi del corpo, ma anche per quelli che in quel momento sta affrontando la sua anima. "Anima e corpo devono essere tenute in estrema considerazione quando si soffre - ha aggiunto il presidente Cogliati - quando si hanno momenti di difficoltà, di accompagnamento anche alla fine vita. I medici, i parenti, tutti devono tenere una mano sulla spalle di chi soffre: ecco perché è bello essere circondati opere d’arte. L’essere umano con la sua anima percepisce che l’altro essere umano con l'arte trasmette qualcosa". 

Percorsi emotivi

Un progetto nel quale fin da subito Felice Terrabuio e Roberto Spadea hanno creduto profondamente. “Certi che l’arte riesca a suscitare emozioni positive – commentano i due artisti – con l’associazione StreetArtPiù promotrice del progetto siamo in grado di creare, attraverso la bellezza, i colori, le forme, nuovi percorsi emotivi in cui il tempo trascorso in questi spazi comuni diventa l’occasione per far dialogare cura ed arte accompagnando chi è cura, chi ci lavora, chi transita in un viaggio culturale e benefico. Arte come cura…. Ma non solo per i pazienti”. 

Il sostegno del comune

C'è un sentimento civile molto importante e ammirevole dietro quest’operazione che l’amministrazione comunale - rappresentata questa mattina dall'assessore alla Cultura Arianna Bettin che è intervenuta alla conferenza stampa -  intende supportare appieno; uno sforzo comune di civismo e di partecipazione che è bello provenga da cittadini innamorati della propria città, pronti a prendersene cura. Perché quello della cura – delle persone, dei beni e degli spazi comuni - è un lavoro costante che va, necessariamente, condiviso il più possibile perché tutti possano beneficiarne.

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