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Donne (e non solo) di notte in strada per una passeggiata contro la violenza e la paura

La passeggiata notturna contro la violenza sulle donne: l'iniziativa del centro sociale Foa Boccaccio

Contro i femminicidi, contro la violenza sulle donne, contro la violenza transfobica. Una passeggiata notturna per denunciare la forza  bruta che uccide e spezza vite di donne e non solo. Per denunciare, per non aver paura, per fare rete, per ricordare. E non dimenticare perché non succeda di nuovo. Il centro sociale Foa Boccaccio ha annunciato una mobilitazione per domenica sera. Una "chiacchierata con passeggiata notturna" per le vie della città il 26 novembre.

Le ragioni della mobilitazione 

"Questo fine settimana abbiamo avuto conferma del femminicidio di Giulia Cecchettin, solo quest'anno la 105esima sorella uccisa in Italia. Lunedì è stato il Transgender Day of Remembrance (TDOR), in ricordo delle persone uccise dalla violenza transfobica, centinaia nell'ultimo anno in tutto il mondo. L'Osservatorio nazionale femminicidi, lesbicidi e trans*icidi, curato da Non Una di Meno, cerca di fare i nomi di tutte le soggettività colpite ogni anno in Italia dalla brutalità della violenza di genere. Questo elenco per noi è intimo, politico, fatto di corpi e storie che meritano di diventare memoria viva. I nomi delle persone trans* in questo elenco odioso per il 2023 compaiono imprecisi, perché i tragitti per arrivare a loro sono incidentati, nebbiosi, fatti di strade che i privilegi di alcun* non conoscono e non percorrono: i muri che le politiche hanno innalzato attorno alle loro vite sono ancora troppo alti. Bruna Cancio dos Santos è l'unica di cui abbiamo nome e cognome. Sappiamo di un secondo caso di trans*icidio, quello di Janaina, di cui però non conosciamo il cognome. Un'altra sorella è addirittura anonima" spiegano.

"Una violenza doppia, quella di chi scompagina le norme di genere e la biologia come destino: morte e invisibilità, in un connubio che uccide anche con vuoti e distanza. Una violenza addirittura tripla, se i loro corpi erano stati razzializzati in un Paese che non esitiamo a chiamare suprematista. Noi non asseconderemo neppure le propagande razziste e discriminatorie che utilizzano la violenza maschile sulle donne per diffondere una "paura del diverso". L'immagine del "nero offensivo", dello "straniero stupratore" non fa altro che rafforzare le politiche securitarie e carcerarie che trasformano il corpo delle donne, soprattutto quelle razzializzate, in un corpo-vittima da salvare. Rifiutiamo quest'etnicizzazione dello stupro, figlia di un sistema patriarcale bianco e conforme, interessato a strumentalizzare i nostri corpi per tutelare i suoi interessi. Contro questi dispositivi di controllo e di potere vogliamo trovare nuove pratiche politiche, fare nuove alleanze. Martedì abbiamo avuto la notizia della morte di Rita Talamelli, la 106esima sorella uccisa. Ci teniamo a gridare che oggi non pensiamo ai femminicidi solo come omicidi, ma anche come tutti i suicidi firmati da una violenza che agisce in direzioni molteplici, a volte da dentro, rendendo la vita un peso insopportabile. Pensiamo a Cloe Bianco, professoressa trans* "suicida di transfobia" nel 2022. Abbiamo sentito questi lutti sulla nostra pelle e questo dolore nelle nostre ossa. Siamo stanche. E siamo arrabbiate. Questo sabato sarà la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza di genere. Noi sentiamo il bisogno di prenderci un nostro momento, un nostro spazio per guardarci in faccia, stare insieme e chiederci "come stiamo?" A parlare con rabbia".

"A parlare della nostra rabbia e del nostro dolore A dirci che Giulia, Bruna, Janaina, Cloe e Rita potevamo essere noi, nostra sorella, nostra madre, la nostra amica. Che abbiamo paura, ma non vogliamo più averne né quando camminiamo da sole di notte, né quando siamo a casa. Non vogliamo più doverci difendere e non vogliamo più avere paura degli sconosciuti per strada, dei nostri padri, dei nostri amanti, partner, amici,ex, di tutti questi "bravi ragazzi". Vogliamo trovare la nostra forza e le nostre risposte, insieme, nella sorellanza. Ma vogliamo anche condizioni economiche migliori, per potercene andare da case che diventano luoghi di pericolo e asfissia. La nostra autodeterminazione è anche una questione materiale: da secoli diventiamo loro proprietà perché manca reddito, manca un modo diverso di pensare la parentela e le relazioni, mancano spazi e nomi per una società diversa! Vogliamo spazi e tempi sicuri, di piacere e condivisione! Ci vogliamo vive, vogliamo il pane e anche le rose!".

L'iniziativa partirà alle 18 dal circolo Zeguina, in via Col di Lana 30 a Monza e alle 21 seguirà una passeggiata notturna per le strade di Monza. "Donne, persone non binarie, uomini alleati, tuttx insieme. Perché la lotta alla violenza di genere ci riguarda tuttx" è l'appello del Foa.

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