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Pedemontana

"No alla grande autostrada che porterà via aziende agricole e posti di lavoro"

Anche Cia Agricoltori Centro Lombardia si unisce ai comitati e dice no alla realizzazione di Pedemontanata

Pedemontana non piace agli imprenditori agricoli. A pochi giorni dalla grande presentazione (a porte chiuse) a Meda dell’avvio dei lavori per la realizzazione delle Tratte B2 e C non si placano le polemiche e le critiche.

L’annuncio alla presenza del ministro Matteo Salvini e dei vertici di Pedemontana non è piaciuto a Cia Agricoltori Centro Lombardia. La realizzazione della grande opera vedrà infatti il passaggio anche in zone dove sono presenti aziende agricole che scompariranno. Ad oggi non è ancora stato annunciato il crono programma dei lavori: il presidente di Pedemontana Luigi Roth ha dichiarato che partiranno nei primi mesi del 2024. 

Tra i destinatari degli espropri ci saranno anche aziende agricole. Succederà nel Vimercatese, dove è previsto il passaggio della Tratta D Breve (non ancora approvato) con il transito anche all'interno del Parco PANE. “Spariranno imprese agricole - si legge nella nota ufficiali di Cia Agricoltori Centro Lombardia -  con l’inevitabile perdita di lavoro degli agricoltori e di tutti coloro che operano nell’indotto della filiera agroalimentare. Un danno economico che si tramuterà inevitabilmente anche in danno sociale: saranno molti i disoccupati che non potranno garantire un futuro dignitoso alle proprie famiglie. L’assenza di produzione agricola coinvolgerà inoltre la qualità e i prezzi degli alimenti: dall’ortofrutta ai cereali, dai latticini agli insaccati, la perdita di prodotti agricoli locali obbligherà i cittadini a dipendere ancora di più dai mercati esteri, cosa che porterà all’aumento di prezzi intaccando le tasche dei consumatori”.

Da Cia arrivano anche critiche per l’impatto ambientale, abbracciando così la battaglia che da tempo stanno portando avanti comitati, associazioni e cittadini. “I danni provocati da Pedemontana saranno molti e rischiano di essere incalcolabili, oltre che irrecuperabili – si legge ancora nel comunicato stampa -. L’esasperata cementificazione di un territorio, la Brianza, già devastata e privata di terreni boschivi e agricoli, con paesi che hanno più del 90% della propria superficie coperta da cemento, non può permettersi altri scempi di questo genere. Non ci si dimentichi in tal senso che l’impoverimento del terreno causa, ad ogni pioggia intensa, inondazioni e straripamenti, con paesi interi che si ritrovano allagati, così come succede ogni qualvolta al quartiere Niguarda a Milano, con disagi ai cittadini e danni economici di ampia portata, fatti questi che rappresentano solo il primo passo prima di arrivare a situazioni drammatiche come quelle che abbiamo vissuto solo pochi mesi fa in Emilia Romagna”. 

Cia Agricoltori Centro Lombardia non si ferma e chiede alle istituzioni che il progetto venga fermato. “La costruzione di un’autostrada porterà alla diminuzione di componenti arboree, all’inaridimento di terreni tra i più fertili d’Europa, all’aumento di polveri sottili ed emissioni di gas di scarico, all’estinzione di fauna selvatica, all’inquinamento delle falde acquifere. Il benessere dell’ambiente e dei cittadini sono in pericolo, ad oggi l’unica strada ben visibile a tutti è quella che porta alla distruzione dell’ecosistema”, precisano.  Cia invita a trovare una soluzioe alternativa: investire sulla mobilità sostenibile. “Si parla tanto di politica green e poi si costruisce una autostrada a 8 corsie? – conclude -. Siamo alla più totale follia, un controsenso continuo che stravolge il senso di comunità, di progresso, di benessere”. 

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