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Attualità / Cavenago di Brianza

La storia di Gabriele, morto a 25 anni, diventa un podcast: "Ragazzi imparate a dire di no"

Parte dalla Brianza un progetto di sensibilizzazione nazionale promosso da Enav

La storia di Gabriele diventa un podcast per sensibilizzare la sicurezza nel mondo del lavoro, ma soprattutto i giovani a pretendere l’adeguata formazione e affiancamento, pronti anche a dire di no se non ci si sente adeguatamente sicuri a svolgere quella mansione. Perché quella morte precoce a pochi mesi dall’inizio di quel lavoro nella nuova ditta non sia stata vana. Da oggi, giovedì 15 febbraio, su tutte le più note piattaforme digitali è online Storie In-Sostenibili, il nuovo podcast di Enav S.p.A., la Società che gestisce il traffico aereo civile in Italia. Nelle 10 puntate, prodotte da Lux Vide Podcast e divise in due stagioni, si racconteranno storie di in-sostenibilità attraverso testimonianze, interviste ed eventi di cronaca. E il debutto parte proprio dalla Brianza, da quel drammatico incidente avvenuto nella mattina di quel mercoledì 10 aprile 2019 quando Gabriele Di Guida, 25enne di Cavenago, morì drammaticamente in una ditta di Sulbiate dove da poco era stato assunto.

“Storie In-Sostenibili nasce dalla voglia di restituire qualcosa alla collettività in termini di consapevolezza e di cultura della sostenibilità senza essere autoreferenziali. I temi che raccontiamo sono oggi oggetto di attenzione e parte integrante dell’azione di Governo – commenta Pasqualino Monti, amministratore delegato di ENAV - è ormai considerata un’azienda all’avanguardia nello sviluppo sostenibile ma se vogliamo provare a produrre un reale cambiamento nella comunità in cui viviamo e operiamo è necessario pensare anche a un modo diverso di comunicare. L’obiettivo è quindi creare consapevolezza nei nostri comportamenti quotidiani. Il vero cambiamento passa attraverso le nostre azioni”.

Nel podcast a parlare è Ester, la mamma di Gabriele che con lucidità ripercorre la vita di quel ragazzo che aveva tanti sogni da realizzare, tra cui mettere su famiglia con la sua fidanzata e diventare padre. Sogni drammaticamente spezzati nella mattina di quel 10 aprile 2019 quando, da solo, sul quel grande macchinario rimase incastrato. Un’agonia durata quasi mezz’ora, senza che potesse chiedere aiuto, fino a quando è arrivato il magazziniere a chiedere notizie di quel giovane operaio che fin da subito aveva raccolto la stima e l’affetto dei colleghi più anziani. A quel punto è partita la macchina dei soccorsi con i colleghi che sono riusciti ad estrarre Gabriele dal macchinario. 

Nel suo racconto la mamma di Gabriele ripercorre quella breve formazione in quella ditta di packaging dove dopo nemmeno 40 giorni di prova Gabriele venne subito promosso. Era felice: quel posto fisso che gli avrebbe permesso di comprarsi una macchina e poi casa lo galvanizzava. Ma al tempo stesso lo aveva radicalmente cambiato. La mamma Ester ricorda nel suo emozionate racconto la preoccupazione che aveva per il figlio troppo stanco il sabato sera per uscire con la fidanzata. “Ma a 25 anni non puoi essere stanco”, aggiunge. Poi gli ultimi giorni, la chiamata in ditta la sera e la mattina dopo quella tragica morte. La telefonata della fidanzata alla mamma del giovane; la corsa in ditta con il cuore in gola certa, con quel sesto senso di madre, che certamente era successo qualcosa di grave; e poi l’annuncio della notizia con il papà di Gabriele che si accasciò a terra. “Per salvare 16 metri di bobina mio figlio è morto”, ha ricordato la donna.

Una battaglia per ricevere giustizia e risposte, portata avanti insieme a un progetto di sicurezza sul lavoro che mamma Ester ha concretizzato nell’associazione “Gabri nel cuore”.

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