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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità / Biassono

Qualcuno ha messo un preservativo sulla statua del toro in Brianza

Un'azione che non è passata inosservata. L'opera svetta in uno dei giardini più frequentati del comune brianzolo

Statue “protette” in Brianza: qualcuno ha infilato un preservativo alla statua del toro che svetta nei giardini di Villa Verri, a Biassono. Non è passata inosservata quella “protezione” infilata da qualche buontempone alla grande statua del toro che si trova proprio a pochi passi dal municipio, una delle aree verdi più frequentate del comune brianzolo. Una grande e preziosa opera realizzata dallo scultore brianzolo Ambro Moioli, già noto in Brianza (ma non solo) per le sue opere d’arte. Naturalmente il toro “protetto” è stato notato sia dai cittadini, sia sui social dove non sono mancate battute. E proprio sui social c'è stato chi ha condannato fermamente il gesto definendolo uno sfregio all’opera d’arte.  

Ambrogio (Ambro) Moioli è un artista molto noto e apprezzato. Formatosi come grafico pubblicitario, sviluppa in questa professione l'attitudine innata per l'arte. Come si legge dalla biografia pubblicata sul suo sito “Si iscrive nel 1993 alla Libera Accademia d'Arte di Lissone conoscendo e frequentando il Maestro Ermes Meloni che gli permette di approfondire e maturare i primi rudimenti, le tecniche e i segreti della scultura. In seguito conosce e frequenta i maestri Warner, Max Marra e Brunivo Buttarelli dai quali acquisisce nuove tecniche e sperimenta nuovi materiali e nuove visioni dell'arte. Frequenta corsi di scultura del marmo con i Maestri carraresi. Pur operando abitualmente con i materiali della tradizione, come marmo, bronzo, gesso, cera, ferro, non disdegna l'uso di altri materiali, dalle resine al plexiglas e sperimenta di continuo nuove tecniche di impasto e fusione spesso integrando fra loro materie e tecniche diverse”. Imponenti opere d’arte che conquistano i visitatori. “Nelle sue sculture, infatti, la forma naturale spesso si arricchisce di elementi simbolici, di intensi quanto drammatici afflati visionari e la realtà diventa illusione, mito, onirica raffigurazione dell'essere”, si legge ancora nella biografia dello scultore.

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