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Giovedì, 25 Aprile 2024
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M2 fino a Vimercate, l'eterna lite sui fondi e il prolungamento della metro rischia di saltare

Bocciato un emendamento della Lega, che a maggio aveva 'rifiutato' il finanziamento. Il caso

Il partito democratico da un lato, la Lega dall'altro. L'assessore meneghino Marco Granelli da un fronte, il deputato leghista Massimiliano Capitanio da quell'opposto. In mezzo tanti cittadini in attesa di novità e una metropolitana che rischia di restare ferma. Letteralmente. 

È ormai un caso politico il prolungamento della metro M2 di Milano verso Vimcercate, un progetto che va avanti da mesi e mesi e che adesso potrebbe seriamente arenarsi bloccato da un rimpallo di accuse e responsabilità politiche. 

"La Lega non faccia chiacchiere"

L'ultimo capitolo dell'eterna saga lo ha scritto mercoledì mattina Marco Granelli, assessore alla mobilità di palazzo Marino. "Leggo che la Lega protesta in Regione perché alla Camera non sono passati emendamenti per fondi per progettare i prolungamenti della M2 da Cologno verso Vimercate e la M1 dopo Rho. Le cose stanno molto diversamente. Per il prolungamento M2 c'è uno studio fatto da Mm pagato da Regione, Milano e Comuni e c'è da finanziare la seconda parte per avere un progetto. Milano e i Comuni ci stanno - la versione di Granelli -. Regione da sei mesi tergiversa mettendo i soldi solo nel 2022. Ma i soldi servono adesso per finire il progetto, mandarlo a Roma dove ogni anno c'è il bando e così con un progetto serio, non un emendamento o una chiacchera, ricevere i soldi". 

"Noi abbiamo sempre fatto così e i soldi li abbiamo portati a casa con governi della sinistra e della destra: M1 Baggio, M1 Monza Bettola, M5 Monza e Brianza in totale più di un miliardo di euro. Regione - ha concluso nel suo sfogo su Facebook - metta subito i soldi per completare il progetto. Milano e i Comuni lo hanno già fatto. Servono fatti e non dichiarazioni o demagogia".

L'emendamento bocciato alla Camera

Il riferimento di Granelli alla "Lega che protesta in regione" è alla rabbia esplosa nel Carroccio lo scorso weekend dopo che la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati aveva bocciato l'emendamento al Decreto Rilancio che chiedeva di stanziare 2 milioni di euro per finanziare la progettazione del prolungamento della M2.

Primo firmatario era stato Massimiliano Capitanio, deputato Lega componente della commissione Trasporti della Camera originario proprio di Vimercate, che in una nota ufficiale aveva attaccato Pd e Cinque Stelle, che al governo - al contrario di quanto accade al Pirellone - siedono tra i banchi della maggioranza. 

"L'avversione del Pd e del M5S nei confronti del Nord si è consumata con la bocciatura del mio emendamento al decreto Rilancio che destinava 2 milioni di euro al finanziamento della progettazione del prolungamento della linea 2 della metropolitana da Cologno a Vimercate. Nonostante l'emendamento fosse stato ritenuto ammissibile, ora è arrivata la bocciatura con la motivazione inaccettabile che l'emendamento sarebbe troppo localistico", il suo j'accuse. 

"È assurdo pensare che - aveva proseguito - mentre il governo regala 240 milioni di euro ai produttori cinesi di monopattini, assolutamente inutili per chi deve utilizzare i mezzi pubblici per andare al lavoro, dall'altra parte si dica no al prolungamento di una linea metropolitana. Il nostro lavoro a sostegno di una mobilità sostenibile non si ferma certo davanti a questo schiaffo".

Il finanziamento bocciato in regione

Finito? Neanche per sogno. Perché la lunga querelle di attacchi e "rimbalzi" di responsabilità era iniziata a maggio scorso, quando era stata la Lega a dire no a una richiesta di finanziamento arrivata da democratici e grillini. 

Il consiglio regionale lombardo aveva infatti bocciato il finanziamento per lo studio di progettazione del prolungamento della metropolitana verde da Cologno Nord fino a Vimercate, lo stesso "richiamato" mercoledì mattina da Granelli. "Sembra incredibile", era stato l'attacco dei consiglieri regionali del Movimento 5 stelle, Marco Fumagalli e Pd, Fabio Pizzul, che avevano inserito la richiesta in un emendamento al "Piano Marshall", il progetto di legge per la ripartenza della Lombardia.

I due partiti, infatti, avrebbero voluto inserire nel pacchetto studiato per la ripartenza dell'economia lombarda dopo l'emergenza covid le risorse per studiare il prolungamento della metropolitana fino in Brianza, ma dal Pirellone era arrivato un secco no.

"Insomma - avevano detto i due - la giunta ha trovato 3 miliardi per il post Covid ma non ha trovato un milione per uno studio di fattibilità per la Metropolitana Cologno Nord - Vimercate. Uno studio urgente, in quanto se immediatamente commissionato e presentato entro il 31 dicembre 2020 avrebbe permesso il finanziamento dell’opera", altro concetto sottolineato da Granelli. 

"Sia il Pd che il M5s hanno infatti votato a favore dell’emendamento proprio perché rappresentava una promessa elettorale verso i loro elettori e come tale li impegnava anche a livello governativo. Mentre la maggioranza di centrodestra che governa la Regione - avevano attaccato ancora da M5s e Pd - dopo aver mentito ai brianzoli con l’abolizione del pedaggio sulla tangenziale di Agrate Brianza e Monza, prosegue con la solita arroganza anche a privare il vimercatese dell’unico trasporto pubblico da offrire a quel territorio".

"In realtà c’è una precisa strategia politica dietro la contrarietà del centro destra al prolungamento della metropolitana da Cologno Nord a Vimercate. In primo luogo - avevano accusato allora i due politici - perché si tratta di una zona in cui il centro destra non è praticamente presente politicamente e quindi non si vuole dare soddisfazione politica a chi governa quei territori, e in secondo luogo con i proventi dei pedaggi che Fontana aveva promesso di abolire si finanzia la Pedemontana. Quindi, oltre a non avere la metropolitana, chi abita a Vimercate e Agrate, grazie a Fontana e alla sua maggioranza consiliare, deve pure pagare il pedaggio per andare a Milano. Siamo certi che gli elettori non dimenticheranno". 

La battaglia politica, insomma, va avanti. E la metro resta ferma, ad aspettare. 
 

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