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Mobilità sostenibile

Gli ambientalisti (ma non solo) bocciano la mobilità della Monza del futuro

Il motivo: i grandi interventi "dimenticati" che avranno un impatto sulla mobilità

Il Coordinamento delle associazioni e dei comitati di Monza boccia il Pums. Il Piano urbano della mobilità sostenibile non piace ai comitati e alle associazioni cittadine da sempre molto attente e critiche sugli interventi edilizi, viabilistici e di riorganizzazione della città. Il gruppo, coordinato da Giorgio Majoli, ha così inviato al sindaco Paolo Pilotto, all’assessore alla Viabilità Giada Turato e ai tecnici le osservazioni in merito a questo progetto della mobilità della Monza del domani che, secondo loro, presenta numerose criticità. Un Coordinamento del quale gfanno parte 18 tra associazioni ambinetaliste e comitati.

Le grandi opere "dimenticate"

In primis quella di aver escluso dalla programmazione quegli interventi infrastrutturali molto importanti (e impattanti) che nei prossimi anni verranno realizzati in città come lo svincolo della Tangenziale Nord a San Rocco che ha visto salire i cittadini sulle barricate, la metropolitana M5, la fermata di Monza Est. Interventi che tra fase cantieristica prima, ed entrata in servizio poi avranno certamente delle conseguenze sulla mobilità dei monzesi. Ma, come scritto nel documento del Comune “alcuni degli interventi infrastrutturali all’interno del piano sono interventi recepiti e non elaborati dalla proposta PUMS”. In altri termine sono progetti ereditati dalla passata (o dalle passate) amministrazioni  e che “risultano già programmati, progettati, finanziati e/o in fase di realizzazione – si legge sempre nel documento del PUMS – hanno seguito o stanno seguendo, pertanto, un loro iter valutativo e approvativo. No sono stati quindi oggetto di valutazione ambientale strategica”. 

Una “esclusione” che proprio non è piaciuta alle associazioni e ai gruppi che fanno parte del Coordinamento. “È chiaro a chiunque, anche solo per buonsenso comune, che non considerare nel PUMS tali interventi - un Piano strategico con una previsione e una durata di 10 anni - non risulta condivisibile – spiegano - Risultano evidenti gli effetti e gli impatti che tali interventi (positivi o negativi) avranno sulla mobilità di Monza e sull’intorno. Anche il Dlgs 152/2005 e in alcune Dgr si tratta del rapporto e delle correlazioni tra la VIA e a VAS”. 

"Cambiamo il progetto della M5"

Il Coordinamento è molto critico sul PUMS, soprattutto per quanto riguarda il progetto della M5 che pare essere “slegato” dal resto di altri importanti interventi che arriveranno in città. “Nel PUMS mancano riferimenti a un hub  della Ffs-Monza Ovest incentrati su una nuova fermata sulla ferrovia per Seregno, Como e Saranno – si legge nel documento dei comitati  -. In questo modo si sposa acriticamente la soluzione del progetto M5, ignorando totalmente la connessione con la ferrovia. Pums e progetto M5 non si parlano. Ma se è obiettivo del PUMS ‘garantire le alternative di scelta modale per i cittadini’ dato che la ferrovia con tutta evidenza non si può spostare, bisogna modificare il progetto della M5”. 

“Sul piano sostanziale, quanto sopra evidenziato rimette in gioco il progetto M5 in quanto incongruente con gli obiettivi dello strumento pianificatorio in fase di adozione – scrive il Coordinamento nel documento delle osservazioni inviato a Pilotto, Turato e ai tecnici -.  Di conseguenza, questo è un elemento che deve essere portato all’attenzione della Giunta, affinché essa lo porti come elemento ‘forte’ nella Conferenza di Servizi finalizzata al rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale [p.a.u.r.] del progetto M5, evidenziando che tale provvedimento non può essere rilasciato in presenza di questa grave incongruenza. In assenza di una tale presa di posizione, è concreto il rischio di realizzare un’opera incapace di perseguire adeguatamente i pur condivisibili obiettivi del PUMS”

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