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Lo sciopero

Sciopero, incrociano le braccia gli infermieri di Monza e Brianza

Al centro delle rivendicazioni dei lavoratori gli stipendi troppo bassi e la nuova manovra del Governo Meloni sulle pensioni

Gli infermieri e le ostetriche del NurSind incrociano le braccia. Il 17 novembre il maggiore sindacato degli infermieri sciopera per 24 ore. Nei giorni scorsi l’annuncio dello stato di agitazione per le decisioni del Governo guidato da Giorgia Meloni in tema di pensioni. Il ricalcolo delle pensioni retributive contenuto nella manovra avrà serie ripercussioni sugli infermieri che già da anni (ancora prima della pandemia) denunciano stipendi molto bassi.

Adesso si passa allo sciopero. Uno sciopero non solo degli infermieri ma di tutto il comparto sanità. Alla base della protesta, oltre al provvedimento in tema pensionistico che andrà a intaccare sensibilmente i professionisti, ci sono anche altre problematiche che da tempo il sindacato denuncia. In primis il mancato riconoscimento economico dei professionisti: gli infermieri italiani sono quelli pagati peggio in Europa; una mancanza di riconoscimento economico che disincentiva anche le nuove generazioni a intraprendere questo percorso professionale. La mancata eliminazione dei tetti di spesa per le assunzioni e la sempre maggiore carenza di infermieri negli ospedali anche di Monza e della Brianza, con un carico di lavoro sempre maggiore per quelli assunti. Peraltro quella dell’infermiere non è riconosciuta, malgrado lo sia, una professione usurante.

“È da anni che denunciamo questi problemi e in tempi ancora non sospetti avevamo annunciato che in caso di emergenza sanitaria il sistema sarebbe andato in tilt - commenta Donato Cosi, segretario territoriale del NurSind e componente del Comitato nazionale del sindacato - È così è stato durante la pandemia: una pandemia che non ha insegnato nulla ai governi che all’epoca erano al potere e che poi si sono susseguiti. Una pandemia dove a rimetterci la salute, lo stipendio e in alcuni casi anche la vita sono stati proprio gli infermieri che in prima linea hanno combattuto per 3 anni. Prima eravamo gli eroi, adesso ci dicono che il nostro lavoro non è usurante, e anzi ci tagliano anche le pensioni. Ma che cosa dobbiamo fare per far capire a chi ci governa che la sanità è un bene prezioso e un bene di tutti e se non si investe sulla sanità e i suoi professionisti rischiamo davvero di far collassare il Paese?”.

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