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Scuole, palestre, ristoranti, negozi e musei: ecco cosa succede da lunedì in Lombardia

Il decreto approvato dalla Presidenza dei Ministri ha stabilito nuove direttive per la sospensione delle scuole, le manifestazioni pubbliche, i cinema e i musei. Tutti i dettagli

Nella serata di domenica è stato firmato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che contiene i nuovi provvedimenti e le misure per il contenimento del contagio da Covid-19. Diversamente dal documento approvato domenica scorsa che era un'ordinanza regionale, si tratta di un atto a firma del premier Conte valido fino a domenica 8 marzo. Ecco nel dettaglio i contenuti.

Scuole chiuse fino all'8 marzo

Gli studenti lombardi torneranno a scuola - salvo nuove disposizioni o proroghe - a partire da lunedì 9 marzo. Il decreto assunto dal Consiglio dei Ministri ha stabilito - come richiesto da Regione Lombardia - la sospensione delle attività didattiche per un'altra settimana in tutta la Lombardia. Anche a Monza e in Brianza, come già anticipato, gli asili, le scuole di ogni ordine e grado e le università resteranno chiusi.

Zona rossa ancora off limits

Restano in vigore le limitazioni nei dieci Comuni della zona rossa lombarda (Bertonico; Casalpusterlengo; Castelgerundo; Castiglione D'Adda; Codogno; Fombio; Maleo; San Fiorano; Somaglia; Terranova dei Passerini) e nel Comune veneto di Vo'. In particolare vige il divieto di accesso o allontanamento dal proprio Comune, la sospensione di ogni forma di manifestazione pubblica, la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado (salvo la didattica online), la chiusura dei musei e degli uffici pubblici (salvo i servizi essenziali con modalità decise dal prefetto), la chiusura di tutti i negozi (salvo quelli di pubblica utilità e di prima necessità), la sospensione dei trasporti (anche non di linea), la chiusura delle aziende (salvo l'erogazione di servizi essenziali e di pubblica utilità e salvo il lavoro a distanza), la sospensione dal lavoro per i residenti che svolgono la propria attività fuori dalla zona rossa.

Manifestazioni ed eventi pubblici sospesi

Tutti gli eventi pubblici programmati e le manifestazioni verranno sospesi fino a domenica 8 marzo in tutta la Lombardia. Questa una delle misure presente anche nel nuovo decreto per il contenimento del contagio del coronavirus.

Palestre, piscine e attività sportive 

Le palestre, le piscine, i centri benessere e i centri termali su tutto il territorio lombardo dovranno restare chiusi. Il testo specifica la "sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, sino all’8 marzo 2020, in luoghi pubblici o privati".

"Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 del presente decreto. È fatto divieto di trasferta dei tifosi residenti nelle regioni e nelle province di cui all’allegato 2 per la partecipazione ad eventi e competizioni sportive che si svolgono nelle restanti regioni e province". Per gli impianti sciistici invece è consentito lo svolgimento delle attività nei comprensori a condizione che il gestore provveda alla limitazione dell’accesso agli impianti di trasporto chiusi assicurando la presenza di un massimo di persone pari ad un terzo della capienza (funicolari, funivie, cabinovie, ecc.).

Cinema e teatri

Ancora una settimana di chiusura per i cinema e i teatri di tutto il territorio della Lombardia. Sipari abbassati e grandi schermi spenti: questo quanto previsto dal decreto per il contemimento dell'emergenza coronavirus. Le stesse disposizioni valgono anche per le discoteche. 

Musei

Riaprono invece i musei in Lombardia. Cambiano però le modalità di accesso: gli ingressi - specificano da Regione Lombardia - dovranno essere contingentati e, all'interno, per evitare assembramenti si dovrà mantenere un distanziamento tra i visitatori di almeno un metro, il cosiddetto criterio "droplet".

Bar, locali e ristoranti 

I ristoranti continueranno a lavorare regolarmente come è avvenuto anche la scorsa settimana. Da parte del governo e della Regione la richiesta avanzata alle attività commerciali di qualsiasi genere è quella di evitare assembramenti all'interno dei locali e di predisporre adeguate misure. I pub, i bar e i ristoranti dunque potranno aprire ma dovranno prevedere limitazioni per posti a sedere e una distanza di almeno un metro tra i clienti. 

Centri commerciali, mercati e negozi 

Aperture regolari per i mercati, i centri commerciali e i negozi sul territorio lombardo ad eccezione di quattro province lombarde (tra cui la "zona rossa" con i relativi divieti) dove nel weekend sono previste restrizioni. Il decreto ha previsto infatti anche alcune limitazioni per le aree più colpite per numero di contagi: si tratta di Bergamo, Lodi, Cremona e Pavia. In queste zone nel weekend dovranno restare chiuse le medie e grandi strutture di vendita e gli esercizi commerciali nei centri commerciali ad eccezione di farmacie, parafarmacie e punti vendita di alimentari. In queste province non sono previsti nei fine settimana i mercati.

Secondo quanto spiegato nel testo sul territorio regionale è prevista "l'apertura delle attività commerciali diverse da quelle di cui alla lettera h (ristorazione) condizionata all’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori".

Chiese e luoghi di culto

Le chiese e i luoghi di culto riaprono al pubblico ma saranno per il momento (almeno fino a lunedì 2 marzo) sospese le cerimonie. "L’apertura dei luoghi di culto" si legge nel decreto "è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro". 

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