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Pedemontana

Perché i sindaci del Vimercatese dicono no a Pedemontana (e lo hanno ribadito in Regione)

L'incontro dei primi cittadini in Regione con i tecnici di Pedemontana e Cal

Il no a Pedemontana lo continuano a dire da oltre due anni da quando, già alle prime avvisaglie in merito alla realizzazione della grande infrastruttura,  avevano chiesto confronti con il Pirellone. Mai avvenuti, fino a ieri giovedì 9 novembre quando in occasione della V Commissione che si è svolta in Regione hanno spiegato i loro timori e la loro contrarietà ai tecnici di Pedemontana e Cal (Concessioni autostradali lombarde). 

Un progetto bocciato perché, come più volte dichiarato dai sindaci del Vimercatese creerebbe criticità ambientali, paesaggistiche e finanziarie. Inoltre secondo i sindaci (ma anche i comitati, le associazioni e i cittadini che da tempo si stanno mobilitando) così progettata potrebbe non essere risolutiva per decongestionare la viabilità dei territori interessati dal progetto. I sindaci temono che Pedemontana diventerà una seconda tangenziale intorno a Milano. 

"Finalmente dopo due anni di silenzio da parte della giunta regionale, la Commissione ha ascoltato le ragioni degli amministratori brianzoli sulle criticità nella progettazione della nuova tratta D di Pedemontana - spiega Michela Palestra capogruppo del Patto Civico in Regione Lombardia”. “Credo che il dialogo andasse avviato a monte della fase progettuale e che i comuni andassero coinvolti fin dalle prime bozze. Con oggi spero si sia aperta una nuova fase – aggiunge Gigi Ponti, consigliere regionale del Pd -. Mi auguro che si costruisca un confronto, che prenda il via proprio dalle proposte presentate dai sindaci”. 
 
"Non possiamo non condividere le preoccupazioni dei sindaci brianzoli che si trovano messi di fronte a un'infrastruttura progettata più di dieci anni fa e oggi troppo impattante da un punto di vista ambientale – aggiungono Ponti e Palestra -. La provincia di Monza e Brianza è infatti una delle aree tra le più urbanizzate l’Italia mentre il Parco PANE, che verrebbe attraversato dall'infrastruttura, è una delle poche zone verdi e agricole. A partire da oggi, inoltre, ci aspettiamo un maggior rispetto nei rapporti tra istituzioni”.

I sindaci dei comuni coinvolti dal passaggio della Tratta D Breve (Vimercate, Bellusco, Agrate, Burago, Sulbiate, Cavenago, Caponago, Bernareggio, Carnate, Ornago e Cambiago) sono molto preoccupati e hanno chiesto un maggiore coinvolgimento da parte della Regione. A partire dal timore che la nuova Tratta D crei una frattura tra chi sta da una parte e chi dall'altra, visto che "le nuove tangenziali generano periferie ed aree difficili" come ricordato dal sindaco di Bellusco Mauro Colombo e dalla preoccupazione che l'opera non diventi altro che "il secondo anello di tangenziale attorno a Milano, il tutto senza aver ragionato in maniera prioritaria sul sistema di trasporto pubblico su ferro, in particolare sul prolungamento della M2 che invece avrebbe un enorme impatto positivo sui territori in termini di sgravio di traffico”, come ha rimarcato dal sindaco di Vimercate Francesco Cereda. Per chiudere con il sindaco di Agrate Simone Sironi che denuncia come "questa variante stia in piedi sovrastimando l'utilizzo. Per questo sarebbe opportuno sospendere l'iter e far ripartire il confronto con i territori per cercare soluzioni migliori e fattibili".

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