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Monza Reale

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A cura di Raffaella Martinetti

Quella sera del 29 luglio 1900: così fu assassinato Re Umberto I

La notte del 29 Luglio del 1900 fu molto lunga e triste per la città di Monza: fu la notte in cui venne assassinato Re Umberto I.

Vi racconto che cosa successe, per cercare di ricostruire un fatto storico molto importante, che coinvolse non solo la nostra città, ma anche tutto il Paese.

La società sportiva Forti e Liberi organizzò ai tempi un Concorso ginnico per la Provincia di Milano e decise di invitare anche il re, andando personalmente in Villa Reale per richiedere la sua presenza. Umberto I fu molto entusiasta dell’invito, affermando:” Voglio proprio andare; a me piace vedere della gioventù bella e forte”. La regina Margherita, avendo assistito all’incontro, cercò di dissuaderlo, sia per il caldo torrido di quei giorni sia per la ressa di popolo che avrebbe presenziato. Ma il re non cedette e decise di andare incontro al suo tragico destino…

Il campo dove si svolgeva la manifestazione era una vasta spianata cintata, con due entrate, al lato delle quali c’erano due tribune: una gremita di signore con eleganti abiti colorati ed una addobbata maggiormente per ricevere le autorità civili e militari. Tantissima gente era presente ed era in attesa trepidante del sovrano. Egli arrivò alle ore 21.20, su una vettura a due cavalli, scortato da due cocchieri e due palafrenieri, vestito in borghese ed indossando il suo immancabile cilindro.

Quella sera Umberto I era di ottimo umore: venne accolto con un fragoroso applauso dalla folla, da un’esplosione di evviva e dal suono dell’inno reale. Strinse caldamente la mano a tutte le varie autorità e consegnò personalmente alcune medaglie. Alle 22.35 salutò le persone che gli stavano accanto, mentre la carrozza reale avanzava verso il palco, facendo salire il re. La folla si accolcò attorno alla carrozza reale, fra tantissimi applausi ed ovazioni, e cercava di andare avanti lentamente quando accadde il misfatto: mentre re Umberto stava salutando la gente si udirono tre colpi secchi.

Il re venne ferito prima al petto, poi al cuore e poi alla spalla sinistra. Uno dei palafrenieri si lanciò dalla carrozza verso l’ uomo che sparò, il quale però era già stato afferrato dal maresciallo e da un carabiniere. La folla capì immediatamente che si trattava di un attentato, e cercò di prendere l’assassino urlando “A morte, a morte”. Intanto la carrozza reale corse al galoppo verso la Villa Reale, dove alle 22.45 il re morì.

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