Una pistola nell'auto, droni e fucili a casa: arrestate tre persone
In manette sono finiti un italiano, un venezuelano e un peruviano. Nella loro auto i carabinieri hanno trovato una pistola carica e delle ricetrasmittenti. Nelle abitazioni dei tre, poi, è stato scoperto un vero e proprio kit del perfetto rapinatore
Probabilmente, studiavano nei minimi dettagli i colpi da mettere a segno usando materiale tecnologico di ultima generazione: dai droni con Gps e videocamera a una telecamera con sonda endoscopica, passando per ricetrasmittenti e disturbatori di segnali. Poi, al momento giusto, entravano in azione con armi, passamontagna e maschere di carnevale.
Tutto fino a quando i carabinieri di Lissone e di Desio li hanno individuati e fermati. Gran colpo degli uomini dell’arma, che all’alba di martedì hanno arrestato tre persone - D.G., un italiano del ’70, pregiudicato; B.J., un peruviano dell’88, incensurato; e E.L., un venezuelano del ’77, anche lui incensurato -, presumibilmente parte di una banda specializzata in furti e rapine.
I militari, nel corso del consueto servizio di controllo del territorio, hanno individuato un’Opel che si aggirava per le vie del centro di Lissone, con a bordo tre uomini dal fare sospetto. I carabinieri hanno “puntato” l’auto, l’hanno “scortata” in una via senza uscita e sono entrati in azione.
Dopo aver identificato i tre, tutti agitati e per nulla tranquilli, i carabinieri hanno deciso di perquisire l’auto. Nascosta sotto un sedile, i militari hanno trovato una pistola Beretta calibro 7.65 con matricola abrasa e con caricatore di otto colpi pronto all’uso. In più, nella stessa macchina c’era una ricetrasmittente, che gli arrestati avrebbero presumibilmente potuto usare per parlare tra loro, anche perché tutti e tre erano senza cellulare. E ancora, un mephisto, una seconda ricetrasmittente, un coltello a molla, due cavi ci acciaio e nove guanti in lattice.
L’italiano, il venezuelano e il peruviano sono stati immediatamente ammanettati e portati in caserma, mentre i carabinieri hanno deciso di perquisire le abitazioni dei tre. Nelle case, che venivano usate come domicilio ma non come residenza ufficiale, i militari hanno scoperto un vero e proprio kit del perfetto rapinatore.
In casa del peruviano, gli uomini dell’arma hanno infatti recuperato un fucile a ripetizione, risultato rubato nell’agosto del 2014 a Sondrio, una carabina, un cannocchiale, una parrucca, una maschera “Anonymous”, e una maschera da Pulcinella.
Il venezuelano, invece, nascondeva in casa un drone con telecamera e Gps, un computer, due cannocchiali, due binocoli, una pistola giocattolo, un silenziatore, una maschera, due passamontagna, una tronchesi, due confezioni di fascette di plastica - presumibilmente usate per immobilizzare le vittime delle rapine -, un bastone da arti marziali, un coltello a serramanico, un fucile mitragliatore da softair e dieci proiettili.
Ritrovamenti molto simili sono stati fatti anche nell'abitazione dell’italiano, che era in possesso di due computer, nove hard disj, un drone, una telecamera endoscopica e una corda da alpinismo.
Tutto il materiale sequestrato, evidenziano i carabinieri, fa pensare ad un’attività delittuosa dei tre. Per questo, ora i militari stanno continuando ad indagare per verificare eventuali responsabilità della banda in rapine o furti in ville e aziende avvenute tra Lissone, Desio e altri paesi brianzoli.
Per i tre, per ora, sono scattate le manette con le ipotesi di reato di porto abusivo d’arma clandestina, detenzione di arma provento di furto e ricettazione.