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Cronaca Arcore

Cocaina, eroina e ragazze costrette a prostituirsi, anche in Brianza una raffineria di droga

In manette, nel corso del maxi blitz che ha portato a 24 arresti, anche un 23enne residente ad Arcore. Per non destare sospetti per le consegne si faceva accompagnare dalla moglie incinta

Un giro d'affari che gli investigatori ipotizzano fosse milionario. Fiumi di droga che dall'Albania arrivavano in Italia per poi finire nelle piazze di spaccio di Milano e della Brianza. E raffinerie dove la sostanza stupefacente veniva tagliata e preparata per essere consegnata alla rete di spacciatori. E ancora soldi che tornavano nel Paese o che venivano reinvestiti nello sfruttamento della prostituzione, con giovani ragazze costrette a vendere il proprio corpo in appartamenti tra Milano, Bergamo e la provincia di Brescia. 

Sono 24 le persone arrestate dai carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Milano nel maxi blitz scattato all'alba di mercoledì. Secondo le accuse, gli arrestati alimentavano lo spaccio di droga in territorio italiano e svizzero. In manette sono finiti 16 albanesi, 5 marocchini, 2 italiani e un tunisino. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Milano, Bergamo, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Monza Brianza, Piacenza, Savona, Torino e Varese, Brescia e Cosenza. 

L'indagine

L'operazione è il frutto di un'articolata attività d'indagine avviata del Nucleo investigativo di Milano, cominciata nell'aprile 2020, dopo una rogatoria internazionale conseguente all'arresto in flagranza - in Svizzera - di un italiano, sorpreso mentre trasportava in auto 6 chilogrammi di eroina. Le indagini, in collaborazione con l'autorità giudiziaria elvetica, hanno consentito di ricostruire la struttura e l'operatività di due distinte associazioni criminali, in affari tra loro, e facenti capo ad altrettante famiglie albanesi. Gruppi con collegamenti operativi in Albania, basi logistiche in provincia di Milano e ramificazioni in tutto il Nord Italia, specialmente nelle province di Monza Brianza e Bergamo. Ma anche in Calabria e, ovviamente, in Svizzera. Un gruppo criminale in grado di contare su una vera e propria raffineria - ricavata in un edificio di viale Liguria a Cologno Monzese - e su una base a Cambiago. E un'altrain Brianza,

La raffineria in Brianza

Negli atti dell'indagine che ha ricostruito l'esistenza di due diverse bande che monopolizzavano il traffico di droga, figura anche una raffineria ad Arcore, in piazza Durini, nell'appartamento di un 23enne - arrestato nell'ambito dell'indagine - cugino di una delle personalità di spicco dell'organizzazione criminale. Qui la droga veniva tagliata e nello spazio usato come deposito, veniva anche custodita. Era una vera e propria "base logistica al servizio dell'associazione per lo stoccaggio e il taglio dello stupefacente" come si legge nell'ordinanza a firma del gip Mattia Fiorentini. Il 23enne, secondo quanto contestato, si occupava anche di effettuare consegne di droga ai clienti, partendo sempre dall'abitazione di Arcore e utilizzando spesso l'auto della moglie incinta. In quell'abitazione nell'ottobre del 2020 erano dirette 17.284 dosi di eroina per un totale di 1,728 chili e 12mila euro di valore stimato. E sempre nell'appartamento gli inquirenti hanno trovato e sequestrato quasi 4 chili di sostanza da taglio, un mix di caffeina e paracetamolo e una presa idraulica per confezionare le dosi.

Il 23enne residente in Brianza, con plurimi precedenti per spaccio e falso, avrebbe avuto un ruolo di "partecipe" nell'organizzazione criminale: si occupava del ritiro, della custodia e della consegna dello stupefacente. Consegne che, secondo l'accusa, effettuava personalmente, accopagnandosi alla moglie incinta per non destare sospetti.

La droga - eroina e cocaina - venduta nei boschi

Il sistema d'importazione e cessione di eroina e cocaina, stando alle indagini, alimentava quotidianamente una fitta rete di spaccio di droga sul territorio italiano e svizzero, per la maggior parte costituita da 'batterie' di trafficanti di origine nord-africana, che vendevano la droga al dettaglio nelle aree boschive e agricole. Nel corso delle investigazioni sono stati ricostruiti numerosissimi episodi di detenzione, trasporto e consegna di droga in varie province dell'Italia Settentrionale (Bergamo, Monza e Brianza, Torino e Verona). Sono stati sequestrati 42 chili di stupefacente tra eroina, cocaina e hashish e 40 chili di sostanza da taglio, oltre a 2 fucili illegalmente detenuti e la somma in contanti di 13mila euro. Sono stati anche individuati un appartamento e un capannone utilizzati come raffinerie per il narcotico, oltre a diversi appartamenti e box utilizzati per lo stoccaggio dei carichi di droga.

Droga e prostituzione

Diversi membri delle organizzazioni al centro delle indagini, secondo gli investigatori, gestivano in maniera stabile e organizzata un sistema di sfruttamento della prostituzione di ragazze dell'Est. Donne costrette con minaccia e violenza - sfociate anche in episodi di rapina ed estorsione - a rendersi disponibili su siti d'incontri online, e a prostituirsi in appartamenti gestiti dagli stessi indagati. Un modo per arrotondare e reinvestire i guadagni derivati dal traffico di droga. 

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