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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Vimercate

'Ndrangheta, 27 persone arrestate: due fermi anche in Brianza

A Vimercate, nel quartiere Torri Bianche, abitava l'imprenditore considerato il "regista" del presunto sodalizio e la moglie

Ha coinvolto anche la Brianza la maxi inchiesta della Procura della Direzione Distrettuale Antimafia e delle Fiamme Gialle di Reggio Calabria che ha portato all'arresto di 27 persone nell'ambito dell'operazione "Martingala".

Gli indagati, sottoposti a fermo di inidiziato di delitto, sono accusati a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di denaro, beni, utilità di provenienza illecita, usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, trasferimento fraudolento di valori, frode fiscale, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, reati fallimentari ed altro.

Le indagini hanno fatto luce su un presunto sistema di riciclaggio di centinaia di migliaia di euro provenienti da attività riconducibili ai soggetti del sodalizio criminale che dall'estero transitavano in Italia. Il "regista" di questo sistema secondo gli inquirenti è l'imprenditore Antonio Scimone, residente a Vimercate, nel quartiere Torri Bianche. Scimone, 42 anni, e la moglie Maria Mollica, 39 anni, sono tra le ventisette persone sottoposte a fermo. 

Scimone è stato indicato come "principale artefice del meccanismo delle false fatturazioni e vero “regista” delle movimentazioni finanziarie dissimulate dietro apparenti attività commerciali".  Secondo quanto ricostruito dall'indagine,  l’organizzazione poteva contare su un gruppo di società di comodo, definite “cartiere”, che venivano sistematicamente coinvolte in operazioni commerciali inesistenti, caratterizzate dalla formale regolarità attestata da documenti fiscali ed operazioni di pagamento che poi si sono rivelate fittizie.

"Le approfondite indagini finanziarie portate a termine dagli uomini della DIA hanno consentito di accertare che, attraverso questo collaudato meccanismo fondato sulle operazioni fittizie, Scimone Antonio ed i suoi sodali riuscivano a far transitare dai conti delle società cartiere flussi finanziari per diverse centinaia di migliaia di Euro al mese. Questo vorticoso giro di denaro aveva termine direttamente in Italia mediante bonifici a società di comodo, oppure sui conti di società estere" spiegano gli investigatori che hanno denominato il modus operandi dell'organizzazione "il sistema Scimone" che "ha di fatto garantito ad intere filiere criminali riconducibili alle principali cosche di ‘ndrangheta locali, adeguato, sicuro e protetto canale per riciclare i proventi illeciti derivanti, tra gli altri, dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso e turbata libertà degli incanti".

Ora l'imprenditore originario di Melito Porto Salvo e la moglie saranno interrogati dal gip del Tribunale di Monza per la rogatoria disposta dal gip calabrese. 

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