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Cronaca

Sgominata una gang: in manette i "Latin Kings" di Monza

La Polizia di Stato ha dato esecuzione a quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere per rapina aggravata in concorso e lesioni. La gang era entrata in azione in via degli Artigianelli lo scorso febbraio

Violenza, botte, prepotenza e anche una foto scattata subito dopo l'ennesima aggressione, ancora sul luogo dell'accaduto, per testimoniare il "dominio" sul territorio da parte dei nuovi "Latin Kings" della Brianza che puntavano a diventare i "padroni" di Monza, ricorrendo alle mani e alle minacce.

Il piano di quattro giovanissimi sudamericani residenti a Monza però ha dovuto fare i conti con l'intuito degli uomini del commissariato di Polizia di Stato guidati dal vice questore Angelo Re che hanno sgominato la gang grazie a un'indagine su un'aggressione a scopo di rapina avvenuta il mese scorso.

La sera del 25 febbraio un gruppo di ragazzi di origine sudamericana si era dato appuntamento nell'area di via Artigianelli per festeggiare l'esito positivo dell'esame per la patente di guida di uno di loro. Quando la festa stava per volgere al termine e alcuni di loro si erano già allontanati, dalla comitiva si sono staccati due giovani e una ragazza. Mentre camminavano, i tre si sono trovati circondati da cinque persone: quattro sudamericani che non avevano belle intenzioni e una ragazza italiana. I ragazzi si sono scagliati contro i due malcapitati che sono stati picchiati e feriti. Entrambi sono finiti in ospedale con qualche giorno di prognosi e sul posto è intervenuta una volante della Polizia di Stato

Quella che in un primo momento poteva apparire una banale rissa tra contendenti finita alle mani in realtà nascondeva anche altro: i due ragazzi aggrediti in via Artigianelli agli agenti hanno riferito di aver riconosciuto nei quattro gli stessi ragazzi che qualche mese prima, il 20 dicembre, mentre dormivano sulle panchine della stazione di Monza, li avevano derubati del telefono cellulare e del portafogli.

In quell'occasione le due vittime, una volta svegli e accortisi del furto, avevano chiesto spiegazioni al gruppetto che si trovava a bivaccare qualche metro più in là, chiamando anche i carabinieri. I militari dell'Arma, giunti sul posto, controllando i ragazzi non avevano trovato traccia di quanto era stato rubato e del cellulare i due giovani erano riusciti a recuperare, in un cestino, soltanto la cover. L'episodio lo scorso dicembre si era concluso anche con una minaccia di ritorsione da parte della gang. La vendetta infatti non si è fatta attendere e l'occasione alla banda si è presentata quando hanno scorto nel gruppetto intento a festeggiare proprio i due ragazzi derubati.

In quest'occasione i quattro hanno usato la violenza a scopo di rapina e dopo l'aggressione è stato denunciato il furto di una borsa appartenente alla ragazza che era in compagnia delle due vittime e di un marsupio di un terzo giovane arrivato in difesa degli amici. In seguito all'indagine il 23 marzo sono scattati gli arresti per l'esecuzione di quattro custodie cautelari in carcere per rapina aggravata in concorso e lesioni emesse dal gip del Tribunale di Monza su richiesta del pm Alessandro Pepe'. In manette sono finiti Chia Wheatley Freddy Yiro, 20 anni, originario dell'Ecuador, Gaona Lopez Pool Anderson, di 22 anni, nato in Perù, Gaona Lopez Cristiam Julio, 23enne peruviano e Delgado Sares Carlos Xavier, 28enne ecuadoregno. Due di loro, solo due giorni dopo i fatti contestati, erano stati arrestati a Milano dai carabinieri del comando provinciale fuori da una discoteca per un'aggressione. Tutti vantano precedenti per rapina, furti e il 28enne anche per evasione.  

Secondo gli inquirenti, "l’episodio in questione può essere inquadrato nel più ampio e preoccupante aumento del fenomeno del bullismo giovanile, che anche in questo capoluogo vede coinvolti sempre più spesso giovani organizzati in vere e proprie bande". La gang sudamericana sgominata, nonostante non via sia testimonianza di un'affiliazione, secondo gli inquirenti era vicina ai famigerati “Latin Kings” milanesi e voleva replicarne anche a Monza le “gesta”, per un dominio incontrastato, anche attraverso il ricorso alla violenza, sul territorio. 

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