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Cronaca Cesano Maderno

«In Brianza c'è il pizzo»: negoziante di Cesano denuncia i suoi aguzzini

Gianni Capone, storico commerciante di Cesano Maderno, ha deciso di rompere il muro del silenzio e di denunciare gli aguzzini che gli hanno reso la vita impossibile

CESANO MADERNO – Lui ha detto no. E’ stato un gesto decisamente controcorrente quello di Gianni Capone. Cinquant’anni, storico commerciante di abbigliamento di Cesano Maderno, ha trovato la forza di reagire a chi voleva soldi senza fare nulla.

Orgoglio, rabbia, ma anche la voglia di reagire contro la prepotenza e le minacce. «Non è stata una decisione facile – ha raccontato il negoziante che da sempre vive nella città dei Borromeo -. Riesco a capire chi cede al ricatto e paga, pur di garantirsi il quieto vivere e di non vedere la propria famiglia minacciata. Ti colpiscono negli affetti più profondi e arrivano a farti minacce di morte. Oppure ti fanno capire che potrebbero porre fine a un’attività per la quale hai faticato una vita».

Capone invece ha trovato in se stesso e nella dignità della professione di commerciante la forza di dire basta. Non solo: ha preso il coraggio a due mani e ha deciso anche di rendere pubblico il suo caso. Un atteggiamento – anche in questo caso – assai raro. Di pizzo e di taglie ai negozi nessuno vuole mai parlare. E tra i commercianti è un coro di «mai avuto minacce in vita mia».

Invece, Gianni Capone ha voluto parlare chiaro e senza peli sulla lingua: «Esiste il pizzo. Anche in Brianza, anche a Cesano Maderno, altro che no». E lo ha detto quasi con rabbia, parafrasando le parole del famoso rocker Vasco Rossi. Un gesto che ha fatto rumore anche perché Capone è un negoziante molto noto in città. Nel commercio da una vita, ha gestito un ristorante e ora da alcuni anni ha un negozio di abiti molto quotato nel centro storico di Cesano Maderno.

Il calvario è iniziato nel settembre scorso. In un giorno che Capone non riuscirà più a dimenticare: «E’ entrato un uomo dall’aspetto distinto, ma inequivocabile. Con un pesante vernacolo meridionale, mi ha detto senza troppi giri di parole: «Paga, oppure sarà peggio per te». Da quel momento, la vita del 50enne si è tramutata in un inferno: dispetti, minacce, attentati al negozio. La sensazione di non essere più al sicuro, neppure in casa propria. Il timore di perdere il negozio, o peggio il terrore che qualcuno possa fare del male alla sua famiglia.

Dopo una vetrina rotta e una zampa di gallina morta ritrovata nella buca delle lettere, la minaccia che ha spinto Capone a reagire: «Ti apriamo in due lo stomaco». Troppo, per continuare a stare zitto. Così, l’uomo ha deciso di rivolgersi ai carabinieri di Desio e di denunciare i suoi aguzzini.

Anche perché qualche settimana fa Gianni Capone ha avuto un tracollo fisico: un malore in negozio, dal quale si è riavuto grazie all’aiuto dei vicini negozianti. «Sono grato ai commercianti di fronte al mio negozio. Sono stati loro a chiamare un’ambulanza e a salvarmi la vita. Ho deciso di dichiarare guerra a questi delinquenti perché subire simili ricatti non sarebbe vita».

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