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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Clonazione di carte di credito e sfruttamento della prostituzione: 12 arresti

Le indagini sono durate più di un anno

Dodici romeni sono stati arrestati dalla polizia postale di Milano, su ordinanza del gip di Monza, per clonazione e uso fraudolento di carte di credito. La banda, come è stato appurato durante l'indagine, era attiva anche nello sfruttamento della prostituzione. L'indagine si è svolta anche grazie al supporto di Europol. La "base" degli arrestati era a Cinisello Balsamo, ragion per cui le "carte" da Milano sono passate a Monza.

Importantissima la collaborazione con l'autorità giudiziaria della città romena di Pitesti, grazie a cui sono state raccolte fonti di prova per incastrare il gruppo e sono stati sequestrati, sia in Italia sia in Romania, i profitti illeciti.

Video | Clonavano carte e sfruttavano prostitute

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Le indagini sono durate poco più di un anno: è stato ricostruito l'organigramma della banda e sono stati messi in luce i ruoli di ciascuno. Il capo della gang, soprannominato "Padrino", è risultato fortemente radicato nella criminalità organizzata del suo Paese d'origine, con interessi criminali anche in Germania e nel Regno Unito. 

Il gruppo era specializzato nella clonazione di carte di credito emesse da banche delle Isole Cayman, Cina, Panama, Giappone, Svizzera, Olanda, Regno Unito, Francia, Perù e Stati Uniti. Alcuni commercianti compiacenti, tra Milano e Monza, si prestavano per far "monetizzare"" le carte clonate e ne ricavavano una percentuale. 

Per clonare la carta, la banda applicava congegni elettronici sugli sportelli bancomat per "acquisire" i dati della banda magnetica, mentre dentro una pizzeria della provincia di Milano le carte venivano poi materialmente "fabbricate". 

Ma, come detto, la banda era attiva anche nello sfruttamento della prostituzione. Gli agenti l'hanno scoperto ascoltando le conversazioni attraverso l'intercettazione telefonica e microspie. Sono state individuate almeno sette donne, reclutate in Romania e costrette a trasferirsi in Italia o in Svizzera. La banda provvedeva direttamente all'abbigliamento, all'alloggio e all'accompagnamento sul luogo di lavoro, in genere locali notturni, e ricavava circa 700 euro al giorno da ognuna delle ragazze (la metà del profitto). 

Il denaro (sia quello ricavato "monetizzando" le carte clonate, sia quello derivante dalla prostituzione) veniva passato di mano in mano fino ad arrivare al vertice dell'organizzazione. In alcuni casi veniva fatto passare attraverso il Money Transfer, utilizzando alcuni prestanome. 

Molto preciso il "codice" comunicativo con cui i membri della banda scambiavano informazioni tra loro. I numeri delle carte clonate venivano comunicati attraverso la webcam, utilizzando un foglio con il numero scritto, senza parlare. "Maglietta", "camicia" e "biscotti" erano tre parole utilizzate per identificare oggetti necessari alla clonazione delle carte. "Cava", "sabbia", "grappa", "ghiaia", "salami" e "dolci" indicavano le banconote e il loro taglio. "Giraffa", "la piccola", "valigie" e "una scopa" indicavano invece le prostitute. 

Alla banda sono state sequestrate microcamere, lettori di banda magnetica, computer, tablet, cellulari e migliaia di supporti magnetici pronti per essere destinati alla clonazione. In Romania sono stati sequestrati anche gli immobili ed i veicoli in uso ai membri dell’organizzazione.

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