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Cronaca Concorezzo / Via Salvo D'Acquisto

Visiant di Concorezzo, lavoratori in strada contro la precarietà

Si sono ritrovati davanti ai cancelli del call center di Concorezzo per protestare dopo anni di contratti a tempo determinato. Il presidio organizzato dalla CGIL è iniziato alle 12. Flaviana: "So cosa significa non sapere per quanto ancora si potrà lavorare"

CONCOREZZO - “Basta promesse e bugie, vogliamo una riforma del lavoro che contrasti davvero la precarietà. Vogliamo lavoro per i giovani”. Con queste parole si è aperto il presidio dei lavoratori della Visiant di Concorezzo. Un presidio organizzato dalle associazioni sindacali per dire basta alla situazione di precarietà in cui i lavoratori si trovano da anni. 
 
Si sono ritrovati davanti ai cancelli della loro azienda, tra bandiere rosse della Cgil e frasi cariche di ansia i lavoratori del call center di via Salvo D’Acquisto, scambiandosi esperienze e raccontandosi le loro storie. Come quella di Cinzia D’Angelo, lavoratrice precaria, assunta tramite l’agenzia interinale Umana, con un contratto rinnovato ormai già tre volte. “Noi ci occupiamo dei clienti, siamo un call center in-bound, quindi riceviamo telefonate – ha dichiarato la donna -. Lavoriamo sei ore al giorno, fino alle 20. Io ho quarant’anni, un marito e due figli e lavoro come precaria dal 2005. Questa situazione mi lascia senza fiato. Fortunatamente la condizione lavorativa di mio marito è più stabile, altrimenti non saprei cosa fare”.
 

Visiant Concorezzo, la protesta - foto di Vittoria Rossi

 
Più fortunata è invece una delle sue colleghe, Flaviana Soncini, cinquantaduenne milanese assunta grazie alla circolare Damiano del 2007. “Sono stata precaria per cinque lunghi anni – ha dichiarato -. Poi l’azienda mi ha assunta. So cosa significa non sapere per quanto ancora si potrà lavorare. Non è facile”. Pressante invece la condizione dei ragazzi del call center out-bound che si trova nella vicina via Fratelli Cervi, proprio come spiega Davide Novello, rappresentante sindacale della Cgil. “Il loro lavoro è forse più complesso, poiché si occupano di vendita – ha sostenuto l’uomo -. Loro sono precari, ma in aggiunta hanno anche l’aggravante delle provvigioni. Se non vendono il loro stipendio è formato solo dal fisso. Inoltre vengono anche valutati in base
ai risultati. I condizionamenti psicologici sono forti”. 

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