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Cronaca Correzzana / Via Enrico Fermi

Harlan: la manifestazione e le divisioni degli animalisti

Un solo obiettivo comune: salvare le scimmie di Correzzana. Ma a dividere le sigle che compongono l'universo animalista ci sono differenze marcate. Che a volte vanno ben oltre le parole

Harlan, Correzzana, ore 11: Un corteo con più di 20 sigle animaliste parte dai cancelli di via Enrico Fermi per  dirigersi in Comune. Il municipio sarà vuoto.Tra i partecipanti. tutti i settori della galassia animalista.
Posizioni a volte molto differenti, accomunate da un obiettivo: impedire la morte dei 104 macachi di cui si è
parlato nelle settimane scorse. Ma chi sono gli "animalisti"? Scavando giusto sopra la superficie, il quadro è
molto più complesso di quel che sembrerebbe e la manifestazione di oggi ne offre uno spaccato.

"Michela Brambilla? Altro che pubblicità, ci ha danneggiato. La pubblicità è venuta a farsela lei". A parlare è Susanna  Chiesa, coordinatrice della Onlus Freccia 45, con sede nel lecchese, la prima a dare notizia delle scimmie grazie a fonti riservate, afferma, addirittura nella Repubblica Popolare Cinese. "Brambilla poche settimane fa ha affermato che le scimmie erano salve. Non è così. E' scaduta la quarantena, stanno per morire ma nessuno lo dice. E intanto si parla più di lei che del destino degli animali". Tra Freccia 45, una delle sigle organizzatrici, e l'ex ministro al Turismo non corre buon sangue. "La nostra associazione - continua Chiesa - è formata dagli estromessi dal canile di Lecco da cui lei ci ha allontanati nel 2007". I rapporti? "Non ci sono. Prova ne sia che quando si è presentata qui qualche settimana fa ha avuto cura di assicurarsi che non ci fossimo noi. Tanto per capirci, il fascicolo sulla vicenda del canile è ancora aperto presso il tribunale". Procede intanto anche l'iter dell'esposto presentato in Procura dall'associazione. "Il problema è che senza cambiare le leggi, oggi la vivisezione è legale".

Harlan, nuova manifestazione sabato mattina (foto di Antonio Piemontese)

L'aspetto giuridico è una delle chiavi per comprendere meglio la vicenda. Se la normativa consente le sperimentazioni, non esistono fattispecie di reato contro cui procedere. Alla fine di febbrario il ministro della Sanità Renato Balduzzi ha inviato i Nas a Correzzana, ma dall'ispezione non è emersa alcuna irrregolarità. Si può continuare, la risposta inevitabile. Per questo motivo sono nate una serie di sigle dedicate ad affrontare la questione soprattutto dal punto di vista normativo. Tra queste, la brianzola UGDA (Ufficio Garanti dei Diritti degli Animali), nata a Lissone, ma con sede anche a Roma, che non disdegna proprio i politici come interlocutori."Stiamo cercando di fare pressione sui parlamentari con la collaborazione di alcuni di loro sensibili alle nostre tematiche  - spiega Paola Suà, la presidente. "Abbiamo fatto arrivare in Senato 1 milione 197 mila email di cittadini contro la vivisezione. Un sondaggio Eurispes  dice che l'85% dei nostri connazionali è sfavorevole. Vogliamo solo che la legislazione si adegui".


Il punto è che lo stesso fronte animalista  non è compatto. Diverse le idee, diverse le modalità di azione, in comune forse solo gli obiettivi. C'è tutta una terminologia dedicata che il profano deve apprendere se si interessa di animalismo: i vocaboli rappresentano differenze che ai più sembrano di poco conto, ma che in realtà delimitano il perimetro di azione in maniera insuperabile; e a volte, si percepisce anche un certo timore. "Questa mattina c'era qui qualcuno che si dichiara contro lo specismo, ma poi distingue, per esempio, tra gli italiani e le altre etnie. Come si fa ad essere contro le differenze di specie e poi a discriminare le persone?". La fonte preferisce rimanere anonima, per parlarci dobbiamo spostarci di qualche passo. Meglio evitare guai. Ma quello che il cronista percepisce guardando oltre la superficie spesso è un clima di sopportazione diffusa, e si fa fatica a capire dove finisca l'unità e comincino le differenze. L'uso della "forza" è uno dei temi caldi. "Noi siamo assolutamente contro la protesta violenta - continua Suà - Vogliamo usare tutte le armi pacifiche e giuridiche per arrivare al nostro obiettivo di abolire la vivisezione".

Non tutti la pensano così. Mentre il corteo si dirige verso il palazzo comunale, un paio di ragazzi gentilissimi ma con le idee chiare restano di fronte alla sede della multinazionale americana a presidiarla. "E' qui che dovevano restare" - spiega  uno di loro - "Questo manifestazione è stata concordata con le forze dell'ordine per durare dalle 11 alle 13. Comincia, poi finisce e tutto torna come prima. Sarebbe diverso se una decina di persone avesse tentato di entrare, se si fosse cercato  di forzare ai cancelli  per vedere cosa c'è dentro. Qui davanti non si sentono nemmeno i lamenti delle scimmiette, ti rendi conto? Probabile che gli abbiano reciso le corde vocali. E' una prassi che si usa, sai?  Non vorrei che si fossero messi d'accordo, associazioni e lobby per far sparire il polverone così come si è creato". Chi può saperlo.  Ore 13, si torna a casa. In attesa del prossimo capitolo.

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