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Cronaca

"Frusta" i lavoratori per "incentivare la produzione", il caso all'ufficio vertenze Cisl

Sono 944 le pratiche seguite solo nell'ultimo anno. Dai licenziamenti alle dimissioni fino al caso limite dell'uso della verga di plastica

Poco più di nove milioni di euro recuperati a favore dei lavoratori, novecentoquarantaquattro pratiche seguite, milleottocento dimissioni e cinquecentoquaranta fallimenti. Questi alcuni dei numeri dell'ufficio vertenze della Cisl Monza Brianza Lecco.

L’attività dell’Ufficio vertenze, un servizio riservato agli associati Cisl, nel 2018, ha seguito 944. Tra queste, 189 hanno comportato il ricorso alle procedure concorsuali. L’Ufficio ha seguito anche la procedura di dimissioni di 1.827 lavoratori: 1.092 in Brianza, 735 nel Lecchese. Un dato potrebbe far pensare a un possibile «raffreddamento» della crisi, quello relativo al numero dei lavoratori coinvolti nei fallimenti: si è passati dai 647 del 2016, ai 633 dell’anno seguente, ai 541 del 2018.

Nella provincia brianzola il settore che ha richiesto il maggior numero di interventi è stato quello del commercio: qui le vertenze sono state 273, cioè il 46,11% del totale. In questa speciale graduatoria seguono i comparti metalmeccanico (124, 20,94%), edili-legno (78, 13,18%) e trasporti (42, 7,08%). L’Ufficio vertenze è stato chiamato in causa soprattutto per recupero crediti (372 casi, 62,8%) e opposizione al licenziamento (118, 19,9%).

Non mancano però i casi-limite: nel Lecchese un imprenditore usava una verga di plastica per «incentivare» la produzione. Ma la Cisl è scesa in campo anche per opporsi a licenziamenti discriminatori dovuti all’orientamento sessuale e all’associazione a un’organizzazione sindacale. Il cosiddetto Decreto Dignità, infine, per ora non ha favorito le stabilizzazioni dei rapporti di lavoro. Anzi. "In pratica – sottolinea Stefano Goi, responsabile Ufficio vertenze Cisl Monza Brianza Lecco – dall’inizio d’anno ogni giorno in media una persona viene ai nostri sportelli per chiedere informazioni, dopo essere stata lasciata a casa per la conclusione di un contratto a termine".

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