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Cronaca

"Un anno fa l'ultima alluvione" e oggi il Lambro fa ancora paura

Le osservazioni del circolo monzese di Legambiente sullo stato degli interventi per la messa in sicurezza del Lambro: "La città è ancora a rischio di allagamento"

Un anno fa il Lambro faceva paura e anche oggi, in previsione dell’inverno e delle possibili piogge, la tensione resta.

“E’ trascorso un anno dall’ultima alluvione della città. Nella notte tra il 15 e 16 Novembre 2014 le acque del fiume Lambro hanno invaso, nei soliti luoghi, strade e case monzesi” ricorda Atos Scandellari, Presidente del Circolo Legambiente Monza. All’indomani dell’allagamento che aveva messo in ginocchio diverse zone della città, allagato il parco e reso inagibili tante strade anche in Brianza, nella primavera del 2014 Regione Lombardia aveva stanziato fondi per un milione di euro per i primi lavori di messa in sicurezza anche a Monza. “Sono mesi che sollecitiamo AIPo”, comunica Atos Scandellari presidente del locale circolo Legambiente, “perché venga comunicato ai cittadini, quali siano le loro intenzioni, ma non abbiamo mai ottenuto nessuna risposta” .

“Dalla stampa apprendiamo che gli interventi saranno localizzati solo nei punti più critici del corso del fiume; lo avevamo già suggerito questa primavera” prosegue Scandellari. “Ma la città è ancora a rischio di allagamento perché gli argini erosi e i detriti accumulati all’interno dell’alveo non sono ancora stati rimossi. Sono interventi di manutenzione ordinaria che il Comune dovrebbe sempre attuare e che invece non fa (forse aspetto solo le grandi opere), neppure sul Lambretto che è di sua esclusiva competenza”.

“Per il circolo ambientalista occorre instaurare un diverso rapporto con l’ambiente, con gli spazi urbani e avviare una più accorta politica urbanistica a livello cittadino e sovraccomunale” specifica la nota di Legambiente dove si porta all’attenzione dell’Assessore alla Sicurezza e dell’Assessore alle Opere Pubbliche la situazione. Legambiente chiede che nel nuovo PGT, siano previste ampie fasce di rispetto per tutti i corsi d’acqua cittadini, naturali o artificiali e che si restituisca al fiume i suoi spazi e se ne prevedano di nuovi.

“A quante altre alluvioni dovremo assistere prima che il rischio idrogeologico in Monza sia ridotto a livelli accettabili?” conclude Atos Scandellari.

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