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Cronaca San Fruttuoso / Via Alfonso Marelli

Lea Garofalo, svolta nelle indagini? Sarebbe stata bruciata

Il quotidiano torinese La Stampa ha pubblicato in mattinata un'indiscrezione secondo cui la collaboratrice di giustizia uccisa a San Fruttuoso non sarebbe stata sciolta nell'acido

MONZA - Ci sarebbe una svolta  nelle indagini per l'omicidio di Lea Garofalo, la donna uccisa a San Fruttuoso che si credeva sciolta nell'acido. Il ritrovamento di alcuni monili come una collana e degli anelli ha convinto gli inquirenti che i resti trovati in un campo in Brianza sarebbero quelli della collaboratrice di giustizia uccisa dall'ex compagno, Carlo Cosco. Cosco fu condannato all'ergastolo in primo grado assieme a cinque complici per l'omicidio.  L'indiscrezione è stata pubblicata nella mattinata di mercoledì dal quotidiano torinese La Stampa. Al momento - comunque - non c'è la certezza assoluta che i resti appartengano alla Garofalo: i dubbi potranno essere risolti solo dalla prova del DNA.

ASPETTI POCO CHIARI - Restano però sul piatto molte domande. L'articolo pubblicato sul quotidiano torinese non chiarisce nei dettagli come si sia giunti al ritrovamento. Bruciare un cadavere non metterebbe in discussione l'efferatezza dei killer, e probabilmente quindi la sentenza, ma la verità processuale fino a poche ore fa sembrava chiara. Cosa è cambiato?  Da dove è arrivata la svolta? Il pentimento di uno dei killer? Un'indagine parallela  che ha condotto al ritrovamento? E come è possibile che una notizia del genere sia uscita sui giornali senza controlli accurati, con una figlia distrutta dal dolore per la perdita della madre? La giovane Denise dopo aver testimoniato contro il padre, vive sotto protezione. Sarebbe forse il caso di difenderla anche dalle chiacchiere.

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