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Cronaca

"Gli applausi non arrivano dove si lotta": come dire grazie a medici e infermieri "in trincea"

L'iniziativa di Areu e regione: aperta una casella mail per raccogliere i messaggi dei cittadini

Un modo per far sentire loro la vicinanza dei cittadini. Un pensiero per far capire loro che in questa infinita battaglia non sono soli. Una parola, una frase, per dire anche soltanto semplicemente "grazie". 

Areu, l'azienda regionale di emergenza urgenza, e l'assessorato al welfare di regione Lombardia hanno lanciato martedì "Grazie", una sorta di raccolta mail da girare poi a tutti gli operatori impegnati nella guerra contro il Coronavirus, che nella sola Lombardia ha fatto già registrare oltre 14mila contagi e più di 1300 morti.

Dagli applausi ai balconi agli Inni cantati a squarciagola, negli ultimi giorni i cittadini hanno cercato più volte di far arrivare il loro apprezzamento e sostegno a medici, infermieri e operatori sanitari, ma adesso è possibile fare un passo in più. 

È possibile indirizzare a operatori e volontari una mail con una parola o una riga per dire grazie, "una mail - scrivono da Areu - che vada oltre gli applausi della gente, emozionanti e carichi di significato ma incapaci di arrivare all'interno delle ambulanze e delle sale operative, dove si combatte ogni giorno".

"Eppure - sottolineano dall'azienda regionale emergenza urgenza - i grazie sono preziosi, capaci di dare un conforto vero a chi è oggi sfinito da una lotta che sembra non avere fine".

Areu, Pirellone e Siems, la società scientifica italiana dell'emergenza sanitaria, hanno così aperto la casella mail grazie@areu.lombardia.it per permettere a chiunque lo voglia di scrivere il suo personale grazie a tutto il personale sanitario, tecnico e ai volontari della Lombardia. E lo meritano tutti loro, davvero. 
 

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