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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Minacce all'avvocatessa di Zakaria, il 23enne che ha ucciso la ex fidanzata

La nota della camera penale di Monza: "Solidarietà alla collega". Martedì il 23enne 5 ore davanti al Gip

L'avvocatessa nel mirino. Marie Louise Mozzarini - la legale d'ufficio di Zakaria Atquaoui, il 23enne che ha confessato di aver ammazzato la ex fidanzata Sofia Castelli sabato mattina nella sua casa di Cologno - sarebbe stata minacciata nelle scorse ore proprio per il suo ruolo. 

"Ad appena due mesi da analogo comunicato riguardante i tragici fatti di Senago, ci troviamo costretti a intervenire nuovamente per stigmatizzare le intimidazioni e le indebite pressioni subite dal difensore della persona accusata del recentissimo omicidio di una donna a Cologno Monzese", si legge in un comunicato della camera penale di Monza. "Esprimiamo solidarietà alla Collega, destinataria di singolari richieste da parte di privati cittadini che la invitano a non assicurare al proprio assistito quelle garanzie processuali che spettano, per legge, a ciascun indagato. Vi è persino chi invita a non accettare l'incarico, ignorando come la difesa di ufficio non preveda, ovviamente, tale possibilità", hanno proseguito gli avvocati.

"Proprio quest'ultimo punto dovrebbe indurre a diverso ragionare. Riflettano, infatti, gli indesiderati commentatori sul fatto che l'assistenza di un difensore sia prevista come obbligatoria e irrinunciabile dallo stesso Stato titolare della funzione punitiva, in attuazione del principio di inviolabilità del diritto di difesa richiamato dalla Costituzione. Basterebbe porre mente a ciò che per molti è un'ovvietà, non per tutti, evidentemente, per comprendere come l'idea di giustizia di un moderno Stato di diritto non contempli scorciatoie di sorta a fronte di crimini efferati, i quali anzi evidenziano più di altri la necessità di un giusto processo per l'accertamento della responsabilità dell'accusato. Quanto più tale principio sarà accolto dall'opinione pubblica come connotazione essenziale della giustizia penale, tanto più - si conclude la nota - sarà possibile garantire il sereno svolgimento dell'accertamento giudiziale, unica strada per soddisfare i diritti di ciascuna parte processuale".

Intanto martedì, Atquaoui ha parlato per cinque ore davanti al Gip del tribunale di Monza, Elena Secchi, nell'udienza di convalida. Sembra che il killer reo confesso abbia sostanzialmente confermato la sua versione: sarebbe entrato nella casa di via Roma in cui la vittima viveva con i genitori - in quel momento assenti - con delle chiavi e lì avrebbe atteso la ex. Quando Sofia è tornata insieme a un'amica, che è poi andata a dormire in un'altra stanza, sarebbe scattato il raid. L'indagato, ha fatto sapere il suo avvocato, "continua a collaborare". 

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