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Cronaca

Due uomini (uno di Monza) arrestati per terrorismo: "Hanno giurato fedeltà a Isis"

L'accusa è di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. L'operazione della polizia di Stato, coordinata dalla procura della Repubblica  di Milano - Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo

La jihad come una vocazione. L'Isis come una religione. I social come "campo di battiglia" per trovare lupi solitari, per "svegliare" cellule dormienti. Due uomini sono stati arrestati dalla polizia con l'accusa di "partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo" e "istigazione a delinquere con finalità di terrorismo". In manette sono finiti il 43enne Alaa R., residente a Monza, nato in Egitto ma cittadino italiano, e il 49enne Mohamed N., anche lui egiziano, in possesso di un permesso di soggiorno di lunga durata e residente a Sesto. 

L’operazione è stata condotta dalla Digos di Milano, dal centro operativo per la sicurezza cibernetica di Perugia, dalla direzione centrale della polizia di prevenzione e dal servizio centrale polizia postale e delle comunicazioni. Gli arrestati, si legge in una nota della procura di Milano, si sarebbero "associati all'organizzazione terroristica internazionale comunemente nota come Stato islamico". Entrambi sarebbero stati "estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitali per conto dell'Isis, mettendosi a disposizione dell'organizzazione terroristica e finanziando cause di sostegno" per lo stesso gruppo jihadista, al quale - mettono nero su bianco dal palazzo di giustizia - "avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà". L'indagine nasce ad agosto 2021.

I due arrestati, entrambi residenti nell'hinterland milanese, minacciavano online importanti rappresentanti delle istituzioni italiane, tra cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Le minacce erano contenute in estesi commenti che i due lasciavano a corredo di post, anche violenti, pubblicati su chat Whatsapp, Telegram e Facebook.

Uno dei fermati sarebbe un ex imprenditore edile e l'altro un suo vecchio dipendente, che sarebbe stato indottrinato proprio dal capo. Adesso entrambi lavorano come "dipendenti" di due diverse aziende del settore. Gli indagati, stando a quanto emerso, avrebbero anche inviato soldi alle vedove dell'Isis.

"Grazie alle forze dell'ordine. Tolleranza zero, controlli, manette ed espulsioni per chi sostiene il terrorismo islamico", ha scritto su X, commentando gli arresti, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani gli ha fatto eco: "Grazie alle forze dell'ordine e alla magistratura. Il governo, anche con una forte azione di prevenzione, continuerà a lavorare per garantire la sicurezza dei cittadini".

Soltanto lunedì in procura a Milano si era tenuto un incontro tra i pm della sezione distrettuale antiterrorismo di Milano, coordinati dal procuratore capo Marcello Viola, e i vertici degli uffici antiterrorismo delle forze dell'ordine. L'appuntamento è stata l'occasione per fare un punto sull'attività di prevenzione e di monitoraggio contro possibili minacce nel capoluogo lombardo anche alla luce del mutato scenario internazionale a partire dalla conflitto in corso tra Israele e Hamas.

All'incontro, già programmato da giorni, si è parlato anche del caso del 33enne egiziano arrestato sabato per aver aggredito tre passanti in viale Monza al grido di "Allah Akbar" e "oggi muoiono tutti". "È una spia di una situazione, comunque di tensione", hanno sottolineato gli inquirenti

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