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Cronaca Seregno

Usura a due imprenditori della Brianza: tre arresti legati alla 'ndrangheta

L'inchiesta si è incentrata sulla figura di Bartone, un pregiudicato in carcere che, durante i colloqui con il cognato, lo istruiva su come riscuotere il denaro

Dal carcere di Voghera, dove era rinchiuso dal 2014 per scontare sei anni in seguito ad una inchiesta di 'ndrangheta ("Quadrifoglio"), il 43enne Fortunato Bartone, considerato vicino alla famiglia Galati, continuava a gestire la sua attività di usuraio in Brianza, ai danni di due imprenditori locali a cui aveva prestato circa 10 mila euro ciascuno all'inizio del 2014, e da cui pretendeva la restituzione con un interesse mensile del 10%.

Per farlo si serviva del cognato Marcello Stagno, giovane 27enne incensurato, a cui dava precise istruzioni durante i colloqui in carcere, spiegandogli le modalità con cui "trattare" i due imprenditori, quando insistere e quando invece lasciare loro un po' di respiro, come dosare le minacce e così via.

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I carabinieri li hanno arrestati dopo avere intercettato le conversazioni all'interno del carcere: Bartone non si preoccupava nemmeno di parlare in codice, ma spiegava chiaramente al cognato i termini della questione: «Quello mi deve dei soldi, vai a riscuoterli tu». Le indagini erano partite nell'ottobre del 2015, in seguito a dichiarazioni di un collaboratore di giustizia (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa). Dalla stessa indagine, peraltro, un altro filone aveva portato - nel novembre del 2016 - ad arrestare alcune persone, tra cui il 46enne Paolo De Luca, per un arsenale di armi. Armi che erano state trovate in casa di un'anziana insospettabile di Seregno.

Ed è stato eseguito anche un terzo arresto: si tratta di Rocco Gatto, cinquantenne, gestore di fatto di una pompa di benzina a Carate Brianza, anche lui vicino ai Galati e pregiudicato. Gatto agiva anch'egli da usuraio nei confronti di uno dei due imprenditori, ma "in autonomia" rispetto a Bartone e Stagno. Gatto e Bartone non erano però "nemici" tra loro. Inoltre gli investigatori hanno verificato che Gatto usava la pompa di benzina anche per spacciare cocaina: Gatto risponde dunque di usura e detenzione di stupefacenti per spaccio. Bartone e Stagno rispondono invece di usura aggravata dall'utilizzo dei proventi per finanziare una cosca della 'ndrangheta.

Sono state anche persquisite le abitazioni dei tre arrestati, a Mariano Comense. A casa di Bartone sono stati trovati circa quattromila euro, mentre a casa di Gatto ne sono stati trovati seimila (nascosti all'interno di una copia di una ordinanza di custodia a carico di un parente). A casa di Stagno, infine, un'agenda in cui questi teneva la contabilità dell'usura.

Non si sono registrati né casi di violenza né di minacce eclatanti ai danni dei due imprenditori, di cui uno si occupa di compravendita di carburante e l'altro di lavorazione del ferro.

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