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In aula il compagno

Il processo per l'omicidio Tramontano, Impagnatiello: "Sono sconvolto, chiedo scusa"

Nella mattinata di giovedì 18 gennaio è iniziato il processo per l'omicidio di Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate da Alessandro Impagnatiello

Barba lunga, sguardo basso e atteggiamento dimesso. Si è presentato così nell’aula della Corte d’Assise del tribunale di Milano Alessandro Impagnatiello, killer di Giulia Tramontano, a processo per omicidio aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi e dal vincolo affettivo, di occultamento di cadavere e procurata interruzione di gravidanza.

Il 31enne non ha risposto alle domande dei cronisti che gli hanno chiesto se si fosse pentito. Nel corso dell'udienza il 31enne ha chiesto perdono per quello che ha fatto. "Sono sconvolto e perso, quel giorno me ne sono andato anche io perché, anche se sono qui, non vuol dire che sono vivo, ho distrutto la vita di Giulia e del figlio che aspettavamo", ha detto rilasciando dichiarazioni spontanee alla corte d'Assise. "Non chiedo che queste scuse siano accettate ma che possano essere ascoltate". "Chiederò per sempre scusa a queste persone finché sarò qui", ha aggiunto. Il padre e la sorella della 29enne, Franco e Chiara Tramontano, hanno lasciato l'aula mentre l'ex barman chiedeva "perdono".

"Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura", ha ribattuto Chiara Tramontano in una storia Instagram.

Le prime fasi del processo

Impagnatiello è arrivato in tribunale intorno alle 9.30 visibilmente scosso. Il 31enne è rimasto a lungo in silenzio, muovendo nervosamente gambe e piedi (sempre con lo sguardo rivolto verso il basso). Ha versato anche qualche lacrima, subito asciugata con un fazzoletto bianco. Poco dopo le prime battute il processo si è spostato nell'aula della Corte d'Assise d'appello a causa della presenza eccessiva di cronisti e curiosi.

Quella di giovedì, comunque, è stata un'udienza "tecnica": necessaria per organizzare le audizioni. L'udienza è stata rinviata al prossimo 12 febbraio, giornata in cui saranno sentiti i primi testimoni dell'accusa. Il prossimo 7 marzo saranno interrogate Loredana e Chiara Tramontano, madre e sorella della vittima, oltre alla giovane amante che aveva avuto una relazione con l'imputato. Durante l'udienza, la Corte ha accolto le prove presentate dall'accusa (33 testimonianze, video privati, immagini delle telecamere e chat) oltre ai due testimoni della difesa, che ha chiesto anche l'esame dell'imputato e le richieste della parte civile.

Processo Impagnatiello (LaPresse)

Nella giornata di giovedì il tribunale si è espresso su due questioni. La corte d'Assise ha accettato come parti civili i famigliari della vittima (rigettando la costituzione di parte civile del Comune di Senago, rappresentata dall'ex pm Antonio Ingroia). Non solo, la corte presieduta dalla giudice Antonella Bertoja, ha deciso che il processo si svolgerà senza telecamere: le ha ammesse solo per la lettura della sentenza. A opporsi alla richiesta sono stati l'imputato, la famiglia Tramontano e la pm Letizia Mannella. La corte ha ritenuto prevalente la triplice opposizione delle parti rispetto ai profili di interesse pubblico.

La famiglia: "Merita l'ergastolo"

Nei giorni scorsi la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, aveva chiesto che Impagnatiello sia condannato all'ergastolo senza sconti: "Vogliamo sapere di vivere in un Paese giusto. Nulla ci restituirà Giulia, ma la giustizia può alleviare il senso perenne di frustrazione e sconfitta che proviamo dinnanzi alla lapide di mia sorella. Giustizia per il nipote che non culleremo mai, per la nostra vita distrutta, per i silenzi che accompagneranno ogni Natale, ogni compleanno di Giulia, ogni giorno di festa in cui non saremo più in 5 a tavola. Giustizia per Giulia, che ha perso la vita, la famiglia e non per ultimo, suo figlio Thiago". "Non ci fermeremo davanti a niente e nessuno, finché non avremo giustizia", ha detto prima di entrare in aula il padre di Giulia, Franco Tramontano. "La nostra forza sono Giulia e Thiago. Loro ci daranno la forza, sempre e per sempre".

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