Rivolta al centro accoglienza: liberati i quattro giovani che sequestrarono un mediatore
I giovani sono stati scarcerati dal gip del tribunale di Monza. I dettagli
Sono stati scarcerati i quattro richiedenti asilo che nella giornata di giovedì 24 gennaio avevano aggredito, malmenato, minacciato e sequestrato un mediatore culturale pachistano di 28 anni all'interno della cooperativa sociale "I girasoli" di Via Viganò a Carate Brianza. Il gip del tribunale di Monza Silvia Pansini, infatti, ha convalidato l'arresto dei quattro nordafricani, ma ha disposto la scarcerazione.
Ai giovani — un gambiano di ventiquattro anni, due nigeriani di ventitré e un terzo di venti anni — sono state revocate le misure istruttorie: non potranno più vivere nel centro di accoglienza della cooperativa, ma sono liberi sul territorio italiano perché hanno in corso la richiesta di asilo.
La rivolta al centro di accoglienza: il fatto
Tutto era accaduto intorno alle 12 quando i quattro avevano aggredito e preso in ostaggio un 28enne pakistano, operatore della struttura.
La vittima, dopo essere stata picchiata, era stata legata e chiusa in bagno per venti minuti. Finito il "sequestro lampo", i quattro avevano deciso di prendere di peso il mediatore culturale e lo avevano trascinato nel giardino, dove lo avevano colpito ancora con calci, schiaffi e pugni e lo avevano minacciato puntandogli contro un coltello con una lama da venti centimetri. Gli altri ospiti del centro - in tutto ventitré - avevano assistito alla violenza senza partecipare, ma senza neanche cercare di aiutare in qualche modo il pakistano.
Era stato lui stesso, in un momento di distrazione dei suoi aguzzini, a riuscire a inviare un messaggio al gestore della struttura, un tunisino di trentuno anni, che ha a sua volta allertato il 112. In via Viganò erano quindi immediatamente arrivate quattro pattuglie dei carabinieri, che dopo una lunga e delicata trattativa avevano bloccato i quattro e liberato l'ostaggio.
All'arrivo in caserma con i fermati, però, i militari avevano trovato ad attenderli oltre dieci uomini - anche loro "residenti" del centro - che volevano manifestare "solidarietà" agli arrestati e che sono stati allontanati dopo qualche attimo di tensione. A quel punto, per i quattro - tutti richiedenti asilo - erano scattate le manette con le accuse di sequestro di persona, lesioni e minacce aggravate in concorso e si sono aperte le porte del carcere di Monza. Il pakistano sequestrato, sotto shock e ferito, è stato invece portato all'ospedale di Carate.
A causare la rivolta - stando a quanto accertato dai carabinieri, che stanno ora indagando - sarebbe stata la rabbia dei giovani che, almeno così hanno raccontato, a dicembre non avrebbero ricevuto il loro "pocket money" di 2,50 euro al giorno.