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Cronaca Triante / Via Monte Oliveto

I residenti contro il centro di accoglienza nell'ex scuola di Monza: la protesta in consiglio comunale

La seduta lunedì sera è stata sospesa. Alcuni cittadini si sono presentati in aula con cartelli contro il possibile allestimento di un centro di accoglienza nella struttura di via Monte Oliveto

La protesta dei residenti in merito alla possibile apertura di un centro di accoglienza per richiedenti asilo in via Monte Oliveto, all'interno dell'ex scuola, è approdata anche in consiglio comunale. E lunedì sera la seduta è stata sospesa con l'intervento della polizia locale dopo i ripetuti inviti del presidente del consiglio comunale Cherubina Bertola ai cittadini presenti di abbassare i cartelloni di protesta che avevano portato al seguito. 

A introdurre l'argomento, come nelle settimane passate, è stato l'ex sindaco Dario Allevi, consigliere della lista civica Noi con Dario Allevi, che ha chiesto specifiche in relazione all'eventualità dell'allestimento della struttura di accoglienza nello stabile che fu prima la sede della Cgil e poi la succursale di due scuole superiori in via Monte Oliveto. "Ci sono passato prima io e per 5 anni e con due prefetti diversi e non so con quante riunioni abbiamo fatto sempre cercando soluzioni condivise per accogliere le quote di migranti spettanti al nostro territorio". "Abbiamo già vissuto l'esperienza di un ghetto in via Asiago e l'amministrazione che ho avuto l'onore di presiedere ha smantellato" ha aggiunto mentre in aula una delegazione di cittadini, residenti della zona dove il presunto centro di accoglienza potrebbe diventare operativo, hanno manifestato dissenso con alcuni cartelloni.

Durante l'intervento del consigliere Francesco Racioppi, Lab Monza, poi la tensione è salita e il presidente del consiglio comunale ha sospeso la seduta. Racioppi stava illustrando le procedure attivate dalla prefettura e in fase di gara per la ricerca di soluzione di ospitalità tra cui rientrerebbe anche l'offerta per la struttura di via Monte Oliveto che potrebbe ospitare fino a 100 migranti come capienza. "La creazione di questo tipo di centri di accoglienza è una questione tra privati cioè tra la coperativa che vince un bando di gara e la proprietà immobiliare: il comune in questi contesti verosimilmente non ha nessun ruolo" ha spiegato. 

La seduta è poi ripresa dopo diverso tempo. "Non tutto nell'attività di governo si può condividere in fieri. Non tutto sempre immediatamente è condivisibile: ci sono questioni che meritano un'attenzione come accordi tra istituzioni in merito a argomenti delicati in ambiti cittadini perchè condivisione potrebbe compromettere altre si possono condividere. Tanto più siamo in grado di dialogare tra di noi tanto più si può fare. C'è stasera una parte che non si ferma in questo consiglio ma approda in prefettura anche se questo consiglio può dire la sua tanto è vero che viene convocato in riunioni non solo sui migranti ma su tante questioni ma è anche vero che c'è un percorso che va seguito" ha spiegato Pilotto.

"Le scelte fondamentali sono certamente legate al governo, ministeri specifici e prefetture" ha aggiunto il primo cittadino chiamando in causa percentuali di distribuzione in rapporto all'estensione del territorio in riferimento ai vigenti modelli di accoglienza. "In questa città nessuno si è accorto che gestiamo 200, 250 persone e siamo arivati a un picco di 77 minori non accompagnati" ha spiegato. "Questa città ha un Centro Accoglienza Straordinaria - attualmente con 63 ospiti - e una serie di abitazioni adibite a strutture di microaccoglienza prese in affitto da soggetti privati da parte della prefettura". Dalla sede della prefettura intanto precisano che la procedura di gara non si è ancora conclusa e il bando non è stato ancora aggiudicato.

Il sopralluogo nell'ex scuola che potrebbe diventare centro di accoglienza

"Nella mattinata di venerdì (24 novembre), con il vicesindaco, mi sono recato in via Monte Oliveto, presso l’edificio che potrebbe ospitare un centro di accoglienza straordinaria di migranti e lí ho incontrato un responsabile della cooperativa che ha preso in affitto l’edificio da un privato" aveva spiegato domenica l'assessore al Welfare Egidio Riva. "Ho visitato gli spazi interni: le camerate, la mensa, i servizi igienici, i locali ad uso comune. La struttura è stata attrezzata per ospitare almeno 100 migranti. Questo - mi è stato più volte detto dal responsabile della cooperativa - è il numero indispensabile per garantire la sostenibilità economica della gestione".

Un centianaio di persone in 670 mq circa, su due piani fuori terra e un seminterrato. Con una doccia ogni dieci persone. 3 mq di spazio a persona nelle camerate. Nessun giardino. Un locale per la socialità con una macchinetta per il caffè e le bevande calde. "Ho chiesto i dettagli dei servizi di accoglienza e integrazione che si andranno a garantire. Scarse o nulle azioni educative. Sorveglianti per impedire problemi durante la notte. Poco altro". Il bando - al momento del sopralluogo dell'assessore era ancora in attesa di aggiudicazione. "Non sappiamo se e a quali condizioni verranno ospitati migranti nell’edificio in via Monte Oliveto. Mi è stato detto dal responsabile della cooperativa che le condizioni alloggiative che ho visto sono in regola con quanto previsto dal bando - vale a dire con i cosiddetti decreti Salvini - e con i requisiti indicati da Ats. Così come in regola con le direttive ministeriali - leggasi ancora decreti Salvini - sono i servizi di accoglienza previsti. Ebbene, non ho il timore di affermarlo, è semplicemente indegno che si possa solo ipotizzare di far vivere - per un tempo indeterminato - 100 persone in quell’edificio, offrendo servizi di accoglienza e integrazione minimi. Ed è preoccupante pensare a cosa faranno, di giorno e di notte, 100 migranti costretti in spazi inadeguati e senza nessun accompagnamento verso l’integrazione. Indegno - perché a queste condizioni non c’è accoglienza ma altro - e preoccupante, per l’impatto che potrà avere nel quartiere e in città. Dunque un progetto da fermare, quantomeno da ripensare radicalmente, nel numero di persone e nelle modalità di gestione. Così non è accettabile".

Il no compatto del centrodestra

"I partiti e le liste del centrodestra di Monza si schierano a fianco dei residenti della zona  di Via Monte Oliveto, dove si vorrebbe creare un centro di accoglienza per 100  richiedenti asilo. Chiunque conosca la struttura individuata sa benissimo che essa è  inadeguata ad ospitare un tale numero di migranti. Se questa ipotesi si concretizzasse  ci troveremmo davanti al pericolo dell’ennesimo ghetto con gravi ricadute sul  quartiere circostante" si legge in una nota condivisa firmata da Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega e Lista civica Noi con Dario Allevi.

"L’insufficienza degli spazi a disposizione, infatti, porterebbe i  migranti a riversarsi sul territorio creando inevitabilmente gravi tensioni sociali.  Ricordiamo infatti, che nella zona in questione sono presenti due scuole, un centro  sportivo ed alcune aree verdi in stato di abbandono. Per questo il Centrodestra Unito  sosterrà le legittime iniziative che i residenti dovessero intraprendere per difendere la  vivibilità del proprio quartiere. I nostri gruppi consiliari, inoltre, si rivolgono alla Giunta  Comunale affinchè intraprenda tutte le iniziative di verifica e controllo che le spettano,  allo scopo di rassicurare i cittadini e sventare i pericoli di cui abbiamo parlato" concludono.

"Strumentalizzazione dei migranti per attaccare amministrazione"

Diversa è invece la posizione di LabMonza. "In aula l'opposizione ha fornito una narrazione distorta e di parte che rivela scarsissima preparazione da parte dell'ex sindaco. Durante il Consiglio Comunale del 27 novembre, presunti residenti di via Montoliveto - spalleggiati dall’opposizione - si sono presentati per inscenare una protesta contro l'insediamento dei migranti che, nella loro versione dei fatti, sarebbe voluta dall'Amministrazione. Ci teniamo a riportare il dibattito sul piano della realtà" fanno sapere in un comunicato.

“Il servizio di accoglienza è esternalizzato e i comuni oggi non hanno quasi nessuna voce in capitolo, sostiene il Consigliere Racioppi. Lo stato distribuisce i migranti sul territorio con la mediazione delle Prefetture e pubblica dei bandi ai quali si candidano realtà dedite all'accoglienza. Alcune di queste sono virtuose e capaci, altre sono attente al solo profitto. La cooperativa che ha messo a disposizione lo stabile di via Montoliveto lo ha ristrutturato secondo standard che l'Assessore Riva ha definito del tutto inaccettabili e inidonei all'accoglienza. Non vogliamo che i migranti assegnati al territorio monzese vengano insediati in strutture inidonee e abbiamo la lucidità per additare i veri responsabili. Vogliamo che siano disposte strutture adeguate e diffuse. Lo Stato centrale in anni non ha creato una struttura normativa adatta a fronteggiare la questione migratoria”.

“Questo lassismo – dichiara il Consigliere Spedo - da una parte ha creato un mercato dell'accoglienza e dall'altra ha affidato tutti i limiti di questo mercato alla bontà dei volontari che mettono a disposizione immobili ed energie per aiutare i migranti. La guerra in Ucraina ha rimodulato il paradigma dell'accoglienza. Nel 2022 abbiamo accolto 168mila profughi ucraini (fonte: UNHCR) e il sistema italiano ha retto perfettamente. Al 15 novembre 2023 abbiamo avuto 150mila sbarchi (fonte: Dipartimento della Pubblica Sicurezza) e sembra che ci si stia avvicinando al collasso. Lo Stato deve intervenire per rendere l'accoglienza non discriminatoria, e se vuole continuare a trasferire la responsabilità dei migranti ai Comuni come fossero pacchi, deve fornire agli Enti il potere e le risorse di cui hanno bisogno per affrontare seriamente il problema, senza ghettizzare e senza alimentare la paura e l'odio. Siamo in grado di accogliere, se lo vogliamo.

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