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Giovedì, 25 Aprile 2024
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A scuola manca l’insegnante: “E io lo pago di tasca mia per mio figlio”

Alla scuola media Elisa Sala di Monza mancano i supplenti per “coprire” il congedo di un insegnante e le lezioni di scienze non sono garantite per tutti. Lo sfogo di una madre: “Situazione penosa. Pago io di tasca mia”

Un congedo, temporaneo, che ha mandato in tilt un’intera scuola. Classi costrette a rinunciare alle lezioni di scienze e - in estrema emergenza - “sballottolate” in giro per l’istituto. E una madre che ha deciso, suo malgrado, di provvedere a modo proprio. 

C’è poco o nulla della “buona scuola”, all’istituto Elisa Sala di Monza, che da almeno un mese vive una situazione di emergenza, fortunatamente ben gestita dalla dirigenza scolastica. I problemi sono iniziati a metà ottobre quando un insegnante ha chiesto, e ottenuto, un periodo di congedo per motivi personali. 

A quel punto, la quadratura del cerchio trovata con tanta fatica dalla preside e dai suoi collaboratori è saltata. Primo risultato, abbastanza sconcertante per una scuola: il numero di professori di matematica, che sono responsabili anche delle lezioni di scienze, non è stato più sufficiente per coprire entrambe le cattedre in tutte le classi. 

“La direzione ha deciso, direi con molto buon senso - racconta a MonzaToday Viviana Burno, madre di un alunno - di utilizzare gli insegnanti per coprire tutte le classi con le lezioni di matematica”. Ma, poiché la coperta è corta, molto corta, alcune classi sono rimaste senza professori di scienze. 

“E’ stata fatta una valutazione per l’assegnazione degli insegnanti - conferma la scuola a MonzaToday -. Non è questione di preferenze, ma piuttosto di priorità. Se l’insegnante non avesse chiesto il congedo, il problema non si sarebbe mai posto”, spiegano dall’istituto. 

Anche perché, e lo giurano sia la madre, sia la dirigenza scolastica, sostituire un insegnante non è così semplice come sembra. “E’ un problema nazionale. Un problema, grave, di mancanza di insegnanti nelle graduatorie - chiariscono dall’Elisa Sala -. In più, ci saranno di sicuro insegnanti che di fronte a una supplenza di un mese dicono di no, aspettando un impegno più lungo”. 

Mentre i prof attendono un impegno più a lungo termine, gli studenti attendono un prof. “In alcuni casi le ore sono coperte da collegi di scienze che fanno ore di straordinario, anche se non è sempre possibile - ammette la vicepreside -. Altre volte, capita che le ore di buco siano coperte da insegnanti della stessa classe, ma di altre materie. E, a volte, - dicono amari dalla scuola - succede che i ragazzi vengano divisi in altre classi”. 

Una soluzione, insomma, anche in totale emergenza, viene sempre trovata. Anche se c’è chi, come Viviana, che pure difende la scuola, non ha voglia di aspettare ancora.

“Mentre la scuola ha le mani legate, io da questa settimana pagherò un insegnante che faccia lezione di scienze a mio figlio. Ovviamente fuori dall'orario scolastico e ovviamente con dispendio di tempo, energia e denaro - spiega la signora -. Sono davvero furiosa. Sono questi i risultati della "buona scuola? E' giusto che, ancora una volta, noi contribuenti paghiamo per un servizio che non viene erogato?”. 

Alla “buona scuola” le risposte. 

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