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Cronaca

'Ndrangheta, maxi sequestro in Brianza: sigilli a box, case e un ristorante

Un milione e 400mila euro sono stati sequestrati a Ignoto 23, al secolo Fortunato Calabrò. Altri 400mila a Rosario Sarcone, finito in manette insieme a lui a settembre 2017

Negli ultimi dieci anni aveva dichiarato quarantamila euro. Sua moglie - evidentemente un po' più ricca - si era "spinta" fino a centomila euro. Così avevano provato, secondo i militari, a nascondere i loro veri tesori, ma il fiuto di quegli stessi militari li ha incastrati. 

I carabinieri della V sezione del comando provinciale di Milano, guidati dal capitano Federico Smerieri, hanno sequestrato 1 milione e ottocentomila euro a due uomini, entrambi di origini calabresi, finiti in manette lo scorso settembre nell'operazione "Ignoto 23". 

Un milione e 400mila sequestrati a Ignoto 23

E il sequestro più grande, corposo, è scattato proprio nei confronti di "Ignoto 23", al secolo Fortunato Calabrò: il calabrese di 52 anni che è stato l'ultimo ad essere identificato tra i partecipanti dell'ormai storico summit di 'Ndrangheta al centro anziani Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano. Quell'incontro - che aveva riunito i capi delle varie Locali del Nord - era stato al centro dell'inchiesta "Infinito", che aveva permesso di mostrare per la prima volta l'esistenza della malavita organizzata calabrese in Lombardia. 

Da quell'indagine Calabrò si era salvato, proprio perché gli investigatori non erano riusciti a identificarlo, ma è finito con entrambi i piedi nel nuovo filone che ha portato proprio il suo nome e che lo ha fatto finire in cella con l'accusa di associazione mafiosa. 

A lui i militari - in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo firmato dalla pm Alessandra Dolci - hanno sottratto 400mila euro tra fondi di investimento e conti correnti e undici immobili, per un valore di un milione di euro, tra cui un ristorante di Cesano Maderno, che la famiglia Calabrò aveva dato in gestione. Tra i beni sequestrati c'è anche l'abitazione in cui vive la moglie di Calabrò.  

Tutti i beni - hanno accertato i carabinieri - erano stati intestati alla moglie di Calabrò e i due avevano provato in ogni modo a farli sparire, tanto che lei dichiarava mediamente diecimila euro all'anno e lui quattromila. 

Altri 400mila euro sequestrati 

La stessa operazione è fallita anche per Rosario Sarcone, quarantanove anni, anche lui calabrese e figlio di uno 'ndranghetista di spicco. Il suo nome era finito nell'operazione "Dedalo", la costola dell'inchiesta "Ignoto 23" che si era concentrata sullo spaccio e che lo aveva portato in cella proprio con l'accusa di associazione finalizzata al traffico di droga. 

A lui i carabinieri - per un ordine di sequestro ai fini della confisca - hanno tolto 400mila euro tra conti correnti e azioni in Borsa, un mondo che Sarcone ha dimostrato più volte di conoscere bene. I soldi erano tutti intestati alla mamma del 49enne, "titolare" soltanto di una pensione di anzianità e moglie di Salvatore. 

Sì perché quello di Salvatore Sarcone non è un nome da poco: 'ndranghetista riconosciuto è stato ammazzato a colpi di pistola alla testa nel 1989 in un campo di Rho. Il suo errore era stato aver compiuto una rapina in una banca in Calabria senza l'autorizzazione del clan. Quello stesso clan che aveva ammazzato lui e il suo complice. Il terzo - l'ultimo rimasto in vita - era morto d'infarto mentre gli uomini della 'Ndrina lo cercavano. 

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