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Cronaca Seveso

A processo il tabaccaio di Seveso che sparò ai ladri

Negata la legittima difesa, il gup di Monza rinvia a processo il 70enne che ferì con un colpo di pistola uno dei ladri. "Come possiamo difenderci?", si chiede la famiglia

Il 25 giugno 2011 L.T., 70enne di Seveso, venne svegliato da un forte boato: alcuni ladri avevano appena sfondato la saracinesca del suo bar, sotto casa, per rubare. Reagì impugnando una pistola, detenuta regolarmente, e sparando vari colpi dal balcone di casa. Ferì all'addome uno dei malviventi, che andò a curarsi in ospedale (raccontando una storia diversa).

E' notizia di questi giorni che il gestore del bar è stato rinviato a processo. Il gup di Monza Maria Rosaria Correa non ha accolto la richiesta di proscioglimento per legittima difesa: L.T. deve rispondere di tentato omicidio plurimo. Data prefissata, il prossimo 4 ottobre. E il ferito si è costituito parte civile. Il legale del barista ha sostenuto che il suo assistito non aveva alcuna intenzione di far male, di uccidere: altrimenti avrebbe sparato ad altezza d'uomo e non avrebbe "lasciato sul campo" soltanto un ferito.

Ora l'uomo e la sua famiglia provano a reagire, spiegano che la paura è tanta, e da anni. E che "un branco di malviventi" tiene in balìa chi lavora onestamente. E ricordano l'alto numero di rapine subìte, dalle sigarette agli incassi. Vivendo sopra il bar, hanno paura che i ladri possano decidere di recarsi anche al piano superiore mettendo fisicamente in pericolo la famiglia. E si chiedono "come possiamo difenderci?".

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