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Cronaca

Spacciava droga ai detenuti, arrestato agente di polizia penitenziaria

L'uomo, 40 anni, gestiva un giro di spaccio all'interno del carcere di Monza. L'agente penitenziario è finito in manette all'alba di venerdì

Vendeva droga ai detenuti rinchiusi nel carcere di Monza, prendendo delle "stecche" su ogni dose piazzata. Tutto con la connivenza di un detenuto 32enne che si trovava nella casa circondariale del capoluogo brianzolo per spaccio e furti.

L'illecita attività portata avanti dall'agente, F.M., 40enne originario del sud e in servizio a Monza dal 1995, è emersa dalle indagini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Milano in collaborazione con la Polizia Penitenziaria di Monza.

L'arresto per il pusher in divisa è scattato all'alba di venerdì a Barletta, dove l'uomo è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per truffa aggravata, falso ideologico, corruzione in concorso e spaccio di droga in concorso con un detenuto, emessa dal Gip del Tribunale di Monza.

Tutto era iniziato nel marzo dell'anno scorso quanto all'interno del carcere erano partiti degli accertamenti in seguito al ritrovamento di alcune dosi di hashish e di una scheda telefonica. L'agente, grazie ai contatti del detenuto, si procurava la droga e la portava all'interno del carcare per smerciarla. Parte dei ricavi sulle dosi vendute venivano intascate dall'uomo mentre il resto restava sul contocorrente del 32enne sul quale i familiari dei detenuti versavano la somma necessaria al pagamento della droga. Per la sospetta complicità ora anche la loro posizione è al vaglio degli inquirenti.

Leggi qui tutti i dettagli: chi è l'agente arrestato

L'agente è stato condotto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e sul suo conto pendono anche le accuse di false attestazioni e truffa aggravata ai danni dello Stato in quanto l'uomo, che aveva famiglia al sud, ha usufruito di falsi certificati predisposti da un medico monzese, al momento indagato a piede libero. Solo nell'ultimo anno e mezzo di servizio infatti sarebbero stati chiesti oltre 500 giorni di malattia. Gli inquirenti hanno sequestrato diverso materiale che documenta l'attività di spaccio e la truffa dei falsi certificati di malattina tra cui alcune intercettazioni telefoniche. 

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