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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

In Brianza il primo braccialetto elettronico in Italia indossato per violenza sulle donne

Lo indossa un 30enne accusato di atti persecutori nei confronti di una ragazza

È un 30enne italiano la prima persona alla quale viene applicata in Italia la nuova misura introdotta il 9 dicembre dal governo per contrastare la violenza domestica e sulle donne. L’uomo – che vive in un comune a sud dell’hinterland di Monza – non potrà avvicinarsi al luogo di residenza, dimora, lavoro, vacanza, viaggio e ogni altro luogo abitualmente frequentato dalla persona offesa.  Dovrà tenere una distanza di almeno 500 metri  in ogni luogo, e dovrà indossare - come previsto dalla legge - il braccialetto elettronico.

Nella serata di martedì 12 dicembre gli agenti della questura di Monza hanno eseguito il decreto -  emesso dal presidente del Tribunale di Milano Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, Giuseppe Cernuto, su proposta del questore di Monza, Salvatore Barilaro – con il quale si impone all’uomo di non avvicinarsi alla persona offesa e al quale viene fatto indossare il braccialetto elettronico. Si tratta della prima applicazione sul territorio nazionale della nuova normativa prevista dalla legge n. 168 del 24 novembre 2023, entrata in vigore il 9 dicembre e che riguarda le nuove disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica.

Lo stalker - con precedenti penali e di polizia per rissa, danneggiamento e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti – sarebbe stato definito pericoloso. Da quanto riferiscono dalla questura monzese l’uomo sarebbe stato protagonista di “allarmanti episodi di atti persecutori avvenuti recentemente a danno di una giovane ragazza italiana con la quale ha avuto un flirt”. La giovane non avrebbe voluto intraprendere una relazione sentimentale e l’uomo avrebbe iniziato a perseguitarla. Già ad aprile, in seguito alla denuncia della giovane, l’uomo era stato destinatario di un ammonimento del questore, ma non si è presentato ai colloqui con le psicologhe programmati nell’ambito del Protocollo Zeus avviato tra la questura e il CentroiItaliano per la mediazione (CIPM) di Milano. Inoltre in diverse occasioni avrebbe violato l’ammonimento del questore e a settembre era stato  arrestato in flagranza dagli agenti della Squadra mobile di Monza dopo che per l’ennesima volta si era appostato alla fermata dove la ragazza prendeva l’autobus per andare al lavoro. Inoltre aveva cercato anche di raggiungerla con la sua auto piena di striscioni riportanti scritte sulla giovane. L’uomo era stato fermato e trovato in possesso di tre cacciavite.

Dopo la direttissima è stata disposta dal gip del Tribunale brianzolo la misura cautelare del divieto di ingresso a Monza, a cui il 31 ottobre  è seguita la condanna in primo grado ad un anno e 6 mesi di reclusione. Tuttavia, nonostante la condanna e la misura cautelare, l’uomo avrebbe raggiunto la ragazza sul luogo di lavoro, nei locali che frequentava creando nella giovane e nei suoi amici uno stato di ansia, Per tutelare tali gravi situazioni di condotte persecutorie, la nuova normativa prevede la possibilità che in sede di proposta di sorveglianza speciale e prima della decisione sull’adozione della misura di prevenzione da parte del tribunale di sorveglianza, il questore possa chiedere allo stesso giudice della prevenzione, l’applicazione temporanea, in via di urgenza, del divieto di avvicinamento alla persona offesa con applicazione del braccialetto elettronico.

La persona può dare il consenso all’installazione, come avvenuto in questo caso. Se rifiuta il decreto stabilisce  un obbligo di presentazione alle forze di polizia per tre volte a settimana. Qualora l’uomo dovesse manomettere il dispositivo o non si attenesse al divieto di avvicinamento, la nuova legge ha introdotto un’autonoma fattispecie di reato che prevede la reclusione da 1 a 5 anni e l’arresto anche fuori dei casi flagranza.

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