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Pedemontana, la via (incompleta) delle "batoste": 1 euro per 4 km

La società ha ufficializzato i pedaggi: rincari del 40% rispetto alle previsioni e prezzi per nulla concorrenziali. Si paga dal 1 novembre. L’opera, ad ora, non è ancora completa. E forse, dati i guai economici, non lo sarà mai

Un bel po’ di miliardi di euro spesi, sembra almeno cinque. Più di un problema con le banche, che non sembrano disponibili a dare ancora credito. E, ultima sorpresa, pedaggi che appaiono “leggermente” fuori mercato, soprattutto se paragonati alle stime fatte dalla stessa azienda poco più di nove mesi fa. 

Rischia di trasformarsi in un grosso investimento a perdere, la Pedemontana, l’autostrada lombarda che - nelle intenzioni - dal prossimo 1 novembre servirà a snellire il traffico nell’area nord di Milano. L’infrastruttura, costruita in project financing, e cioè finanziata con i ricavi della stessa opera, è ormai pronta all’inaugurazione e l’azienda ha ufficializzato i prezzi dei pedaggi. 

E che prezzi. Perché, è evidente, le tariffe sono state notevolmente ritoccate rispetto a quelle ipotizzate da Pedemontana a dicembre e hanno subito impennato verso l’alto anche del 44% rispetto a quanto previsto. I pedaggi, come impone l’Ue, sono stati calcolati in base alle fasce chilometriche e, conti alla mano, saranno un vero salasso per i pendolari che vedevano nella Pedemontana una possibilità nuova. 

Per transitare sulla tangenziale di Varese, lunghezza complessiva poco più di 4 chilometri, automobilisti e motociclisti dovranno pagare 1,01 euro. Un po’ meglio andrà per chi dovrà muoversi nel comasco: la tangenziale di Como, che aprirà il 5 novembre, costerà 62 centesimi tra Villa Guardia e Acquanegra, con un aggiunta di 17 centesimi per arrivare da Villa Guardia all’A9 e di altri 45 per percorrerla interamente. 

“Bella” spesa è anche quella che dovranno affrontare tutti gli automobilisti che da Cassano Magnago percorreranno i 14 chilometri fino a Lomazzo per un pedaggio di 3,08 euro. I “coraggiosi” che arriveranno a Lentate, invece, dovranno spendere 4,72 euro a tratta: quasi 10 euro al giorno in caso di andata e ritorno. 

Facendo a tappe la tratta A, quella tra Cassano e Lomazzo appunto, i prezzi - che si possono calcolare sul sito - restano altissimi. I collegamenti Lomazzo-Cislago e Solbiate-Mozzate costano 1,12 euro; quello tra Solbiate e Gallarate o Busto Arsizio “solo” 0,31 centesimi; e quella tra Mozzate e Cislago 0,53 centesimi. 

Una delle poche note positive per i pendolari è che potranno evitare le code ai caselli, che non esisteranno. Su Pedemontana, infatti, i pedaggi verranno pagati con il “Sistema Free flow”. “Potrai  viaggiare senza mai trovare barriere e le solite code noiose - spiega la società -. Il pagamento del pedaggio avverrà al semplice passaggio sotto il portale se già Cliente Telepass o aderendo al nostro innovativo sistema di pagamento Conto Targa”.

Zero code ai caselli, insomma, ma prezzi abbastanza alti, considerando che l’opera - al momento “libera”, fino alla chiusura di Expo - era stata progettata come potenzialmente gratuita. Un’idea, ormai andata in soffitta, che il Pd non ha perdonato alla Lega, da sempre “promotrice” dell’infrastruttura. 

"La Lega è passata dalla propaganda del pedaggio zero ad avallare, di fatto, con la sua maggioranza in Regione, i pedaggi più alti d'Italia sulle tangenziali di Como e Varese e sul tratto autostradale Cassano Magnago - Lomazzo - hanno attaccato i consiglieri regionali del Pd, Alessandro Alfieri e Luca Gaffuri -. Questi rincari disincentiveranno l'utilizzo dell'opera di cui, peraltro, non si sa ancora se verrà terminata. Rischia di essere una beffa per i lombardi". 

La “beffa”, però, potrebbe non essere solo quella sui pedaggi. Perché, è innegabile, il rischio che la Pedemontana non venga terminata c’è ed è alto. "La caduta di Pedemontana è sempre più veloce - dice amato Dario Balotta, di Legambiente Lombardia -. Solo settimana scorsa ha incassato dalle banche un “grazie non ci interessa finanziare l’opera" e già ieri ha peggiorato la situazione pubblicando le tariffe che si dovranno pagare da novembre sulle poche tratte realizzate”. 

“Tariffe più alte di quelle già salate previste nei mesi scorsi - fa notare Balotta -. E questo nonostante la Regione, che controlla Pedemontana, avesse appena dichiarato che si sarebbe pagato di meno. Il dato è che la tariffa di Pedemontana è più cara delle peggiori aspettative, peggio della BreBeMi che già è vuota e oltre il doppio delle già care A8 e A9. Addirittura per percorrere poco più di 20 km da Cassano Magnago a Lentate sul Seveso si pagheranno oltre quattro euro; otto al giorno per l’andata e ritorno, oltre 150 euro al mese per il pendolare, che per meno di mezz’ora di tempo in più può percorrere gratis la forcella A8/A9 e la novedratese”. 

“Cosa credete che sceglierà il pendolare? - chiede sarcastico Balotta -. Pedemontana è destinata a peggiorare la performance già fallimentare di BreBeMi, con la differenza che almeno BreBeMi è finita e tocca pagarne i debiti, mentre Pedemontana è ferma al 30% dopo aver speso un miliardo di soldi pubblici e con queste uscite non proseguirà mai, anche perché visto il crollo di traffico dal primo novembre (non a caso giorno dei morti) possiamo scommettere che difficilmente il 16 novembre le banche faranno la fila per finanziare Pedemontana. E a quel punto cosa succederà?”. 

“Legambiente lo denuncia da anni - conclude - ma adesso anche chi finora ha preferito di non sentire non può più far finta. E’ ora di rivedere il progetto prima che il destino di Pedemontana lo decidano le banche o i tribunali. E magari per una volta sarebbe anche ora di capire di chi è la colpa".
 

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