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Cronaca

"Aiuto papà i carabinieri mi stanno portando via", tentata truffa a Barlassina

La figlia, quella vera, ha segnalato il tentativo di raggiro ai militari dell'Arma. Si è trattato dell'ennesimo tentativo di truffa telefonica ai danni di anziani

Hanno chiamato a casa e si sono presentati come persone di famiglia dicendo a una anziana coppia di avere bisogno di aiuto. A rispondere al telefono, in un'abitazione di Barlassina, l'altro giorno è stato un uomo che credeva che a parlare fosse la figlia. Il tentativo di raggiro andato in scena è stato raccontato e condiviso sui social dalla donna. La finta parente dopo essersi presentata ha detto di aver avuto incidente e di aver bisogno di aiuto perchè era finita nei guai.

"Sia io che mia sorella guidiamo, io tra l'altro da poco quindi per mio padre, che ha risposto, la storia poteva essere più che plausibile" spiega la donna nella testimonianza riportata. "Hanno chiamato sul fisso, da numero ovviamente privato (fatalità: di solito i miei non rispondono se vedono un numero privato, lasciano scattare la segreteria; ieri mio papà aveva la testa altrove e ha alzato senza guardare). Al telefono c'era una donna, forse stava piangendo ma la linea era disturbata; l'ha subito chiamato papà, ha detto di aver avuto un incidente con l'auto, di aver investito un bambino di 3 anni (ha specificato l'età), di aver o avergli (non ha capito bene) rotto una gamba";

E ancora: "i carabinieri stavano per portarla via e lui doveva aiutarla".

Un copione ricco di dettagli (inventati) che ha turbato l'uomo che però non si è lasciato sopraffare dallo spavento ma ha fatto qualche domanda. Qualche richiesta che è bastata a mettere in allarme i presunti truffatori e a farli desistere ancora prima di formulare una richiesta di denaro. "A mio padre non sembrava una voce conosciuta, ma tra la linea disturbata e l'essere preso alla sprovvista l'ha per un attimo considerato possibile; gli è venuto da chiedere: ma chi sei?". E dall'altra parte la risposta: "Sono tua figlia".

"E a questo punto ha capito che non potevamo essere nè io, nè mia sorella, perché avremmo detto il nostro nome" conclude la donna, Così l'uomo ha riagganciato e ha chiamato i carabinieri di Seveso. Quelli veri.

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