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Cronaca

Nuova sperimentazione al San Gerardo: quando la chemioterapia può essere evitata

Da oggi, grazie a uno studio, è possibile evitare la chemioterapia anche in situazioni che fino a poco tempo fa obbligavano le pazienti a questo trattamento

Non solo chemioterapia. Per curare il tumore al seno da oggi al San Gerardo le pazienti che soffrono di alcune forme tumorali a basso rischio hanno a disposizione una soluzione alternativa grazie a una sperimentazione attiva presso l'Unità operativa di Oncologia Medica della ASST di Monza.

Accanto a quelle forme a basso rischio, tradizionalmente trattate con la terapia ormonale, adesso è possibile evitare la chemioterapia anche in altre situazioni che fino a poco tempo fa obbligavano le pazienti a sottoporsi a questo trattamento in combinazione con alcuni agenti a target molecolare, i cosiddetti “farmaci intelligenti”.

Da qualche giorno a Monza infatti c’è la possibilità, nell’ambito di una sperimentazione clinica multicentrica internazionale, di ricevere, anche per le forme tumorali HER2+, tradizionalmente più aggressive la terapia con due farmaci “intelligenti”, in combinazione anche con la sola terapia ormonale. Uno studio e una sperimentazione importante che in Italia vede coinvolti solo altri due Istituti oltre alla Oncologia Medica del San Gerardo.

“Questa nuova sperimentazione clinica – sottolinea Matteo Stocco, Direttore generale della ASST di Monza – rappresenta un segnale importante che testimonia la crescita, anche scientifica, della nostra ASST per la cura dei pazienti. La nostra unità di ricerca di Fase 1 è l’unica struttura nella realtà italiana che nasce come servizio trasversale, che accoglie e gestisce proposte di studi clinici in tutti i settori della medicina, non solo in aree dedicate, come accade in altri centri di ricerca italiani”.

“Il protocollo con questi farmaci permetterà di offrire alle pazienti un’alternativa al classico trattamento chemioterapico perché utilizza farmaci mirati a inibire una doppia via di crescita della cellula tumorale HER2+ - spiega Marina Cazzaniga, Responsabile della Patologia Mammaria e recentemente anche del neonato Centro di ricerca di Fase 1 -. Ancora più importante per le nostre pazienti è il fatto che in questo protocollo i due “farmaci intelligenti” sono utilizzati in combinazione, cosa non ancora possibile nella pratica clinica routinaria, aumentando in questo modo in maniera esponenziale le possibilità di ridurre la massa tumorale, rendere possibile un intervento chirurgico conservativo, ma soprattutto incidere in modo significativo sulle possibilità future della paziente di evitare una recidiva”.

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