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Cronaca

Nido Girotondo: Il vicesindaco non accetta il paragone con il MUST museo del territorio vimercatese

In merito al paragone tra i costi dell’Asilo Nido e i costi del MUST museo del territorio vimercatese l’Assessore alle Politiche Educative Roberto Rampi rilascia la seguente dichiarazione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday

ASILO NIDO GIROTONDO
Il Vicesindaco non accetta il paragone con il MUST museo del territorio vimercatese

In merito al paragone tra i costi dell’Asilo Nido e i costi del MUST museo del territorio vimercatese, proposto da alcuni esponenti dell’opposizione durante il consiglio comunale di mercoledì 14 marzo 2012 e ripreso in diverse dichiarazioni pubblicate dalla stampa locale nei giorni successivi, l’Assessore alle Politiche Educative Roberto Rampi rilascia la seguente dichiarazione:

«Nell’ambito di una discussione del tutto legittima e comprensibilmente accesa legata al tema dell’Asilo Nido e alla volontà della nostra amministrazione di valutare proposte per una sua diversa gestione, ad un certo punto è stato chiamato in causa, come inopinato termine di paragone, il MUST museo del territorio.
Ora, il confronto tra le due situazioni è talmente fuori luogo che non meriterebbe neanche di essere preso in considerazione, ma poiché ormai viene citato con frequenza e utilizzato per spostare la discussione su un piano che non le è proprio, mi sento in dovere di fare alcune precisazioni.


La prima considerazione che mi viene spontanea è che paragonare l’Asilo Nido Girotondo al Museo del territorio è profondamente irrispettoso nei confronti dell’asilo. Tutti sanno come la penso in merito alla rilevanza anche sociale della cultura, ma non arriverei mai a mettere sullo stesso piano l’importanza sociale dei musei con quella degli asili nido, che rappresentano una conquista essenziale in termini di diritti dell’infanzia e pari opportunità.
E proprio perché siamo consapevoli di tale rilevanza (questa la mia seconda considerazione) non abbiamo alcuna intenzione di chiudere l’Asilo Nido, né di depotenziarlo, anzi, tutto il contrario.
L’affidamento della gestione del nido, posto che si trovi l’offerta giusta, è una soluzione per mantenere invariata la rilevantissima offerta vimercatese in termini di asili nido, diminuendo una voce di spesa divenuta ormai insostenibile per le casse comunali, a tutto vantaggio di altri interventi, non meno necessari, sempre nell’ambito del sostegno alle fasce più deboli della popolazione.


E allora veniamo al merito di queste voci di spesa e, essendone in qualche modo costretti, facciamo i conti come si deve: l’asilo, finché rimane a totale gestione pubblica, costa al Comune 679.340 euro, a fronte di 216.093 euro di entrate, per un disavanzo di 463.246 euro; e questo per un servizio di cui godono 57 famiglie, con una spesa di oltre 8.000 euro per utente. Per estrema onestà intellettuale mi viene da fare la considerazione che in realtà per ogni bambino che va al nido le persone che godono di quel servizio sono quantomeno tre, e cioè il bimbo e i suoi genitori: in questo caso il numero di persone tra le quali dividere la spesa totale aumenta, e la cifra pro capite scende a 2.700 euro circa.


Cifra comunque non paragonabile a quelle che riguardano il MUST, che ha un costo (inteso come divario tra entrate e uscite) di circa 220.133,00 euro, essendo un bene a disposizione di tutta la Città, per un costo pro capite di circa 8,54 euro. Vogliamo considerare solo i visitatori effettivi avuti nel 2011 che sono stati pari a 14.971? Il costo pro capite diventa di circa 14,70 euro. Vogliamo adottare una stima ancora più cautelativa, che tenga conto di un fisiologico calo rispetto ai primi mesi di apertura (e che, per eccesso di zelo, non tenga conto del patrimonio che il MUST rappresenta per le scuole di Vimercate e non, di possibili futuri picchi di visite legati sia alla partecipazione del museo al concorso internazionale EMYA sia ad altre iniziative in programma)? Il costo pro capite del MUST non salirebbe comunque mai al di sopra dei 50 o 60 euro per ciascun utente. Anche il divario fra le cifre in questione, quindi, e non solo le considerazioni di carattere più generale fatte prima, concorrono a far capire che si tratta di un paragone del tutto infondato.

Aggiungo che, nella malaugurata ipotesi in cui decidessimo davvero di chiudere (chiudere, dico, non gestire diversamente, perché è di questo che qualcuno parla) il MUST, il risparmio effettivo, al netto delle spese di personale, sarebbe di poco più di 45.000 euro l’anno. E questo perché il MUST è stato realizzato senza assumere nessuno, ma semplicemente dando un nuovo indirizzo e nuove priorità al lavoro di persone che già erano al servizio del Comune di Vimercate. Qualcuno, che considera il museo un orpello, un lusso, e non un potente centro di sviluppo del territorio, in termini culturali, sociali e, in prospettiva, anche economici, potrebbe legittimamente non condividere la scelta fatta e potrebbe, ripeto, legittimamente, sedersi a un tavolo e indicarci modi diversi di fare cultura. Sono tutti discorsi che troverei accettabili e sensati, pur avendo in merito un’opinione del tutto diversa. Non è invece accettabile e nemmeno sensato chiamare in causa il MUST in un discorso che riguarda l’asilo nido.


Come ho detto in Consiglio Comunale, il giorno in cui sarà all’ordine del giorno l’esistenza di privati capaci di gestire musei territoriali con profitto e con spese inferiori a quelle attuali del MUST, ci siederemo a parlare con loro. Oggi realtà simili nell’ambito della gestione museale non esistono, proprio come non esistevano trent’anni fa (quando il Comune ha aperto il Girotondo) nell’ambito della gestione degli asili nido.»


L’Amministrazione Comunale, 2 aprile 2012
 

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