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Economia

La produzione ricomincia a crescere: segnali di risalita in Brianza

Nel secondo trimestre 2015 è tornata di segno positivo anche la produzione industriale dopo diversi trimestri di performance negative: +2,9% i livelli produttivi rispetto al 2014

Sembra che non si cada più a picco ma che per l’uscita dalla crisi la Brianza abbia iniziato una lenta risalita.

I dati diffusi dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza grazie alla Analisi congiunturale trimestrale dell’industria manifatturiera del territorio registrano variazioni positive per i principali indicatori economici. Rispetto al secondo trimestre 2014 i livelli produttivi relativi al 2015 mostrano una variazione tendenziale del 2,9% e sul versante congiunturale la variazione si attesta a +0,7% rispetto al I trimestre 2015. Cresce anche il fatturato e con la produzione segna una risalita anche il mercato del lavoro: il saldo occupazione è passato da +0,4% dello scorso trimestre al +0,8%.

Anche se la situazione lavorativa è ancora incerta il saldo tra il tasso di ingresso e quello di uscita non solo continua ad essere positivo ma migliora grazie ad una diminuzione delle uscite e ad un incremento, sia pur lieve, degli ingressi. Non si ferma però il ricorso da parte delle aziende alla cassa integrazione guadagni (da 13,7% a 16,1%), mentre è in diminuzione la quota di cassa integrazione sul monte ore trimestrale (da 0,8% a 0,5%). Se la domanda estera si mostra in crescita non è così per gli ordini interni che mostrano, invece, un andamento negativo sia a livello tendenziale che congiunturale, rispettivamente con un calo del -4,7% rispetto allo stesso periodo del 2014 e del -0,5% rispetto al I trimestre 2015.

Anche se i dati possono suggerire un clima incoraggiante gli imprenditori brianzoli scelgono di essere cauti: “si riduce la percentuale di imprenditori che prevede aumenti dei livelli produttivi (era 31,3%, oggi scende a 24,4%), della domanda estera (passa da 33,3% a 31,4%) e interna (da 26% a 17,6%), e aumentano le percentuali degli imprenditori che ne prevedono riduzioni (ad eccezione della domanda estera)” spiega l’analisi della Camera di Commercio.

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