rotate-mobile
Economia

Economia, fatturato in caduta libera per le aziende di Monza e della Brianza: -21% in sei mesi

Ecco la fotografia scattata dal Consiglio e della Fondazione nazionale dei commercialisti

Fatturato in caduta libera nei primi sei mesi del 2020 per le aziende di Monza e della Brianza. Il Consiglio e la Fondazione nazionale dei commercialisti ha misurato l’impatto dell’emergenza Coronavirus e il relativo lockdown sul fatturato delle società di capitali della Brianza nei primi sei mesi dell’anno. Risultato? Secondo lo studio le società hanno perso il 21%. A livello nazionale, invece, il fatturato è crollato del 19,7% per una perdita di oltre 280 miliardi di euro.

Nell’analisi (a livello nazionale) sono considerate circa 830 mila società che fatturano complessivamente circa 2.700 miliardi di euro, l’89% di tutte le imprese e l’85% circa di tutti gli operatori economici. L’Osservatorio sui bilanci dei commercialisti elabora i dati presenti nella banca dati AIDA di Bureau van Dijk.

A livello Lombardo la provincia in maggior sofferenza è Lecco, dove è stato registrato un crollo del 24,8%, seguono Brescia (-23,3%), Mantova (-23,1%), Como (-23%), Bergamo (-22%), Cremona(-21,9%), Varese(-21,8%), Pavia (-21,1%), Monza (-21%), Lodi (-19,8%) e Milano (-17,4%).

Le differenze territoriali riflettono la diversa struttura produttiva territoriale, soprattutto la differente composizione del peso del fatturato proveniente dalle attività industriali e del commercio che esprimono il peso maggiore in termini di fatturato delle società di capitali italiane e che risultano essere anche le attività più interessate dal lockdown. In particolare, il fatturato delle società di capitali dell’industria e di quelle del commercio, complessivamente prese, pesa per il 69% sul fatturato totale. Inoltre, nel corso della fase 1 del lockdown, il fatturato delle società appartenenti ai settori chiusi per decreto è stato pari a 41,2% per l’industria e 43,9% per il commercio, con molti sottosettori con valori anche pari al 100% (ad esempio l’intero comparto automobilistico). 

"Quella che emerge dalle nostre simulazioni sulla perdita di fatturato delle società di capitali italiane nel primo semestre dell’anno è una cifra impressionante che non può non destare enorme preoccupazione per il destino delle imprese italiane — commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani —. Adesso è urgente intervenire per spingere la ripresa, sia con interventi di alleggerimento della pressione finanziaria sulle imprese, a partire dal versante fiscale, sia con interventi che rafforzino il clima di sicurezza generale e quello più specifico nei settori produttivi. Non ci sembra appropriato l’eventuale intervento sull’Iva, oneroso per il bilancio pubblico ma molto poco stimolante per la ripresa di consumi e investimenti, mentre molto importanti appaiono gli interventi di stimolazione produttiva come l’ecobonus al 110%, a patto però che vengano lanciati velocemente in un quadro regolatorio il più chiaro e trasparente possibile".

Oltre a ciò, secondo Miani "sarà fondamentale disegnare nel medio periodo una riforma fiscale che completando il riequilibrio ormai interrotto tra la tassazione sul lavoro e quella sui consumi, riduca la pressione fiscale sul ceto medio e sui giovani, così da favorire sia un accrescimento del reddito spendibile da parte delle famiglie con figli, che hanno una più elevata propensione al consumo, sia incentivando la propensione a lavorare delle fasce più deboli e l’emersione del nero".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Economia, fatturato in caduta libera per le aziende di Monza e della Brianza: -21% in sei mesi

MonzaToday è in caricamento